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E' un Andrea Pirlo a 360 gradi: il Maestro di Brescia, impegnato con il suo New York City in un'altra stagione difficile in MLS (4 punti nelle tre partite finora disputate in campionato) ha parlato al Corriere dello Sport di Juventus, di Milan e del futuro della Nazionale italiana. Questi i principali temi toccati nell'intervista concessa a Walter Veltroni, con un commento sui possibili eredi dell'ex numero 21 bianconero in Serie A.

DAL MILAN ALLA JUVE - "Le incomprensioni con Allegri ai tempi dei rossoneri? C’erano stati dei problemi, perché io ero stato infortunato quattro mesi quell’anno", confessa Pirlo: "Sono tornato quando la squadra andava bene ed era difficile anche per lui cambiare la formazione. Abbiamo vinto il campionato. Alla fine della stagione io ero a scadenza e dopo dieci anni ho deciso di cambiare. Perché avevo bisogno di qualcos’altro, di mettermi ancora alla prova. Volevo fare una nuova esperienza e ho provato la Juventus. Ero convinto di essere ancora un numero uno e quindi sono andato con grande motivazione alla Juve. Anche perché sapevo che era una squadra che aveva fatto male e che voleva tornare ad essere la più forte. C’era lo stadio nuovo, una grandissima dirigenza, si voleva tornare a competere al massimo livello in Italia e in Europa. Quindi la Juventus era il massimo, per me".

CHAMPIONS - "La finale Juventus-Barcellona? Noi eravamo convinti di potercela giocare, pur sapendo che loro erano fortissimi davanti, che avevano quei tre che potevano vincere la partita in qualsiasi momento. Abbiamo iniziato male però dopo ci siamo ripresi, abbiamo pareggiato, abbiamo anche avuto le occasioni per vincerla. Quando perdi una finale è sempre brutto e per la Juventus lo fu di più. Era tanto che non vinceva la Champions. Ma fu un dolore anche per me. Sarebbe stata la chiusura di un cerchio, il raggiungimento dell’obiettivo che mi ero prefissato quando ero andato in bianconero. Dopo quella sera ero scarico".

VECCHI COMPAGNI - ​"Il portiere più forte che ho incontrato? Buffon. Il leader di squadra più autorevole? Maldini. Chi è il compagno della Juventus che sento di più? Gigi (Buffon, ndr) lo sento spesso. Giochiamo insieme da quando abbiamo quindici anni".

ALLENATORI - "Nel percorso della mia carriera tutti gli allenatori mi hanno dato qualcosa. Da Lucescu che mi ha portato in prima squadra a quindici anni a Mazzone e Ancelotti. Poi Conte e Lippi, ne ho avuti tantissimi bravi. Conte è quello che mi ha impressionato di più, il più penetrante e convincente. Riusciva a farti entrare nella testa quello che diceva in pochi secondi. Era maniacale in qualsiasi cosa".

EREDI - "Se mi rivedo in qualche giovane regista del calcio italiano o internazionale? Sinceramente no. Che gioca come gioco io, no. Ci sono tanti giocatori bravi, ma non sono “registi” come lo sono io. Mi piace molto Verratti ma non gioca come me. Mi piace anche Gagliardini dell’Inter, ma ha un ruolo differente dal mio". 

JUVE EUROPEA - E se gli chiedono quanto può andare lontano la Juve in questa Champions League, che la vedrà di nuovo affrontare il Barcellona (stavolta ai quarti di finale), Pirlo dichiara: "Può vincere la competizione. È all’altezza delle altre, se non di più. E’ più compatta tatticamente e può arrivare sicuramente in fondo".