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L’allievo supera il maestro. Perché se in campionato la parabola non era stata rispettata, in Coppa Italia lo scenario è stato completamento ribaltato. Conte, il maestro, è stato eliminato per mano di Pirlo, l’allievo. Juventus-Inter resterà al centro della scena calcistica italiana non tanto per quanto accaduto sul campo, anche se quanto visto allo Stadium offre uno spunto d’analisi. Perché non solo il tecnico bianconero ha centrato un’importantissima qualificazione alla finale di Coppa Italia, ma l’ha fatto con il turnover.

LA SCONFITTA CONTRO L’INTER LA SCINTILLA - Le rotazioni non sono avvenute tra il match di andata e quello di ritorno se non per il solo McKennie, bensì rispetto al campionato, dove la Juve è cambiata profondamente. In realtà, la piccola rivoluzione è cominciata la notte del 17 gennaio, quando l’Inter vinse il primo scontro con la Vecchia Signora. Da quel momento in poi, Cristiano Ronaldo e compagni hanno voltato pagina. La rinascita è stata avviata con la vittoria della Supercoppa, proseguita da splendidi risultati in campionato inframezzati dalla rivincita a San Siro contro Conte e i suoi in Coppa Italia. Poi il big match contro la Roma, che ha palesato un approccio all’avversario differente.

COSA È SUCCESSO – Per la prima volta nella sua carriera, la figura di Pirlo è stata accostata a quella di Allegri. Perché? Semplice, è stato un successo in pieno stile ‘allegriano’. Nessuna vergogna nell’abbassarsi a difendere rendendo sterili le scorribande avversarie, sfruttando ogni occasione a favore. Risultato? La vittoria. E in tutto questo, il turnover dove si colloca? Tra la formazione proposta contro i giallorossi e quella che ha centrato la finale di coppa sono cambiati ben 7 uomini. Quasi una squadra intera. Quello di Pirlo è stato un turnover pensato, parametrato all’avversario, come recentemente sta professando in conferenza stampa. E dice il giusto il tecnico bianconero, perché con questa filosofia ha subito un solo gol nelle ultime 7 partite, ha ingabbiato alla perfezione la potenza e la qualità del duo Lukaku-Lautaro, reprimendo le cavalcate di Hakimi. L’Inter ieri è stata inefficace e grandi meriti vanno a Pirlo, che batte il suo maestro Conte nel confronto ad eliminazione, alla prima occasione da allenatore.