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Andrea Pirlo è un esteta del calcio. Tutti noi ci siamo innamorati di lui, della sua classe, dei suoi piedi. E ora siamo intrigati e curiosi all’idea di vederlo in panchina: nella prossima stagione allenerà la squadra B della Juve, che ha appena conquistato la Coppa Italia di serie C e adesso lotterà - guidata da Pecchia - per la promozione attraverso i playoff. Che tecnico sarà Pirlo? E, di conseguenza, quali saranno le sue prospettive in panchina?

Non tutti i grandi campioni sono riusciti a far esprimere alle loro squadre un calcio straordinario, anche se poi ci sono le eccezioni: Cruyff, ad esempio, oppure Guardiola. Altri sono diventati tecnici vincenti, che non è poco, senza però riuscire a incantare in panchina così come facevano in campo: pensiamo a Zidane e al suo Real più concreto che bello.

Possiamo immaginare che Pirlo, almeno inizialmente, provi a trasmettere alla sua giovane Juve i principi che le permettano di esprimere un calcio spettacolare. Magari augurandosi che possa conquistare consensi, un po’ come accadeva al Barcellona B di Guardiola. E anche Zidane ha cominciato nel Real B in preparazione al salto in prima squadra. Il passo successivo sarebbe certamente la crescita di Andrea anche nelle gerarchie interne del club bianconero. Perché è vero che una società come la Juve vuole un tecnico collaudato grazie a tante esperienze, ma è altrettanto sicuro che uno come Pirlo ha una storia così importante come calciatore da potersi permettere qualsiasi salto in avanti.

Pirlo come Guardiola e Zidane, insomma: dai ragazzi ai grandi tutto d’un colpo. Possibile? Perché no. Di certo su Sarri, tra poco, si allungherà un’ombra in più.

@steagresti