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Mattia Perin sa come si fa. A superare le avversità con uno sguardo, a sfruttare momenti e scie, a prendersi sulle spalle tutto il peso dell'inconcludenza e a trasformarlo in grinta per la partita successiva. Sì, che lo sa. E sa anche che ogni tuffo in direzione ostinata, ogni parata bassa o uscita alta, non fanno nient'altro che alimentare il suo desiderio più grande: prendere le redini della porta della Juventus. 

LE PRESTAZIONI - Serviva una risposta, del resto. Dopo i suoi primi proclami in maglia bianconera, quando ancora credeva di avere qualche chance di titolarità, la doccia fredda di Allegri è servita a scuoterlo: certo che farà male star fuori, ma in una turnazione da grande squadra il ruolo del portiere prende sempre più le sembianze di un giocatore di movimento. Non sarà solo Coppa Italia e turni infrasettimanali, per intenderci: sarà anche quello, e soprattutto supporto psicologico di un gruppo che pian piano sta perdendo punti di riferimento per 'calo anagrafico'. Ecco: il tutto in attesa di definire meglio le situazioni nella prossima stagione. Perché nelle intenzioni juventine non c'è Szczesny alla Buffon, e considerata l'enorme potenzialità in termini di plusvalenza del polacco, meglio gravitare in orbita bianconera ancora un po'. Ah, e a tal proposito il debutto negli USA è andato alla perfezione: una grande prestazione con il Bayern Monaco e due rigori parati nella sfida con il Benfica. Il sorriso di Allegri come massima ricompensa. 

E IL NUMERO? - Chissà poi se dovrà fare anche qualche altra rinuncia, Perin. A partire dal numero, quel 19 preso proprio ai primi bagliori di quest'annata che non smette di stupire, almeno in termini di mercato. Dovesse tornare Bonucci, gli ridarebbe quella famosa casacca? Considerata l'amicizia tra il portiere e il capitano della Nazionale, è altamente probabile che lo si faccia. Certo, i tempi stringono e magari Mattia si è anche affezionato. Ma per la Juve ha dovuto perdere minuti e occasioni, e forse anche la chance di essere il numero uno della squadra Azzurra. Tutti 'se', tutti 'forse', tutti 'ma'. Tutte ipotesi e nessuna certezza. Pardon, tranne una: che le prime carte, Mattia Perin, le sta giocando meravigliosamente bene.

@Cricor9