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Un compleanno senza regali. Non si parla di qualcosa di materiale, naturalmente, a quello ci penseranno sicuramente familiari, amici, compagni e così via, ma di campo, o meglio di panchina in questo caso. Sì, perchè Mattia Perin vive il suo 26esimo compleanno, il primo in casa Juve, senza poter sorridere a pieno. Non è tanto il fatto che in bianconero non sia riuscito ancora ad imporsi, quello era percepibile già prima dell'inizio della stagione viste le gerarchie sottolineate spesso, ma proprio il fatto che non gliene sia stata data l'opportunità. E la domanda è immediata: perchè?

SZCZESNY E LA TITOLARITA' - Arrivato alla Juve con tante belle speranze e con un percorso che l'ha portato a lasciare quella che è stata casa sua per tanti anni, Perin sapeva che avrebbe dovuto lottare per una maglia da titolare, con voglia, impegno e sacrificio, allenandosi con la consapevolezza di essere un bel portiere, pur partendo con la casacca numero 12 (in senso figurato e non letterale, naturalmente). Testa e pazienza, fino alla prima occasione utile. Davanti a lui Szczesny, l'erede designato e scelto per il dopo Buffon, colui che ora ha il peso di un fardello importante dopo aver aspettato il suo turno per diversi mesi. Nonostante questo, più volte a Torino si è sentita la frase: "La Juve ha due titolari, due grandi portieri". Un'espressione che compiace i protagonisti, anche se poi non è mai stata effettivamente messa in pratica.

TERRENO PERSO - Così, dopo una buona tournée estiva, Perin ha lasciato spazio all'altro titolare, l'unico verrebbe da dire, e lo ha guardato dalla panchina in ogni partita, tranne in una sola occasione conclusa per altro senza reti subite. Era il 26 novembre e la Juve batteva il Bologna 2-0: è passato più di un mese e mezzo, ma quelli sono rimasti gli unici 90' di Perin con la Juve. E di turnover Allegri ne ha fatto. Proprio l'allenatore ad ogni domanda su di lui ha iniziato a rispondere: "Gioca Szczesny, Perin giocherà più avanti". Tutto posticipato al futuro, come gli auguri per il compleanno, glissati pubblicamente in conferenza e rimandati al campo "glieli farò dopo". E intanto anche la Nazionale lo ha accantonato... per il momento?