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Perché andare a prendere Jorginho se in Italia sta fiorendo Locatelli? La crescita del regista neroverde è un fatto solare su cui riflettere attentamente. Basta prendere i numeri della gara di andata, per rendersene conto, e confrontarli con quella di ritorno. Anche il primo dicembre, fra Juventus e Sassuolo, finì in pareggio (2-2), ma a differenza di mercoledì sera la Signora riuscì a imporre allora il proprio possesso (55%), malgrado il gioco di De Zerbi fosse già pericolosamente ambizioso. Al ritorno le cose si sono sorprendentemente rovesciate, e così il Sassuolo ha toccato addirittura il 56%. Motore di questa inversione da una parte è certo l’involuzione di Pjanic (quei due assist non vi abbaglino troppo…), dall’altra, appunto, l’ascesa al potere di Locatelli. Infatti se nel primo scontro diretto il bosniaco aveva giocato ben 92 palloni e completato 66 passaggi, mentre Locatelli ‘solamente’ 77 e 57, nella gara di Reggio Emilia il giovane ex milanista si è superato (103 giocati, 91 passaggi riusciti), superando al tempo stesso il più esperto Mire (47 e 32), tra l’altro sostituito al 57’. Locatelli insomma ha palleggiato col 99% “in faccia” a Sarri e Paratici. Li avrà conquistati?  
 
COME NASCE IL PRIMO GOL NEROVERDE – Un buon esempio da sottoporvi è l’azione del primo gol neroverde, caduto al 29’ di Sassuolo-Juve. Ebbene sì, dietro la stoccata di Djuricic c’è la regia remota del Loca. Eccovi tutta l’importanza di Locatelli nella costruzione bassa, coraggiosa e serena del Sassuolo di De Zerbi. Giocate a parete in sicurezza, che ‘smontano’, che ‘tagliano’ la pressione avversaria (in questo caso Higuain su Consigli) in maniera controintuitiva, infrangendo le regole del tradizionale giro-palla.   



Locatelli è diventato un maestro di letture nello stretto. Stesso percorso di Sensi, praticamente. De Zerbi è una garanzia sotto questo punto di vista. Ricordo che qui siamo sul lato più arrembante della Juventus, dove i bianconeri inferociscono la pressione con Bernardeschi, Higuain e Bentancur, mentre CR7 assiste dall’altra parte. Locatelli tuttavia non si nasconde. Anzi.  
 


Quando Peluso attaccato da Bentancur gira il pallone a Kyriakopoulos, lui si mostra di nuovo e viene servito dal terzino greco. Non c’è fretta di guardare in avanti, bisogna prima risolvere il rompicapo.



Soluzione: tornare di nuovo da Peluso onde evitare l’aggressione imminente del Pipita (fin lì ancora energico).  



Dopodiché, tramite il link Peluso-Magnanelli, reimpossessarsi della sfera e tagliare fuori i tre tori del rondo 4 vs 3.



Nel caso poi arrivasse pure CR7, un’idea sarebbe quella di cambiare gioco alzando il pallone per Muldur, solo sulla destra, su cui scivolerebbe in ritardo il povero Matuidi. E così è andata. Proprio dalla successiva discesa di Muldur (anche attraverso un rimpallo, va detto) è nato il gol di Djuricic.   
 


MUOVERE PALLA PER MUOVERE GLI AVVERSARI – Locatelli ha imparato benissimo a muovere palla non tanto per il gusto di muoverla, ma per muovere con essa gli avversari. Un mantra caro a Guardiola e ben compreso e applicato dallo stesso De Zerbi. Qui sotto il concetto è lampante: Locatelli fa un passaggino apparentemente inutile a Magnanelli, che subito gliela restituisce. La cosa, nel frattempo, ha provocato l’uscita in pressione (su Magnanelli) di Matuidi.



Berardi vede perciò aprirsi internamente uno spazio che prima non c’era, e modifica la sua posizione, andandosi a mettere in zona luce, tra le linee. Il movimento che aspettava Locatelli, a testa alta, col pallone sotto la suola.  



Ed ecco il laser pass per Berardi. Centrocampo Juve smosso e penetrato.



DIVERTIRSI - Ormai Locatelli ha raggiunto una padronanza tale dello strumento, da arrivare a divertirsi persino contro la prima della classe. Avete tremato anche voi durante l’azione spettacolare che per poco non portava il Sassuolo sul 4-3 nel finale, intendo con quel tiro di Traorè respinto miracolosamente da Szczesny? Avete presente il tacco di Locatelli a liberare sulla trequarti il piccolo fantasista, dopo quella serie infinita di passaggi?



IMBUCARE – Locatelli al Sassuolo è migliorato anche sotto un altro aspetto: gli assist. Anche quest’anno ha già raggiunto quota quattro, e manca ancora un pochettino alla fine del campionato. Non vengono poi considerate tutte le imbucate e i filtranti che producono occasioni nitide, ma che non si trasformano a tutti gli effetti in una rete. Qui ad esempio siamo nella gara di andata col Lecce, e la palla che mette Locatelli sulla corsa di Defrel (Defrel non segnerà, segnerà nel prosieguo Berardi) è semplicemente impensabile per un comune mortale. Una meraviglia che rotola.



LANCIARE IN PORTA – Nella gara di ritorno col Lecce (già post lockdown), Locatelli dimostra di saperci fare anche alzando il pallone sopra la difesa avversaria. Così, giusto per completezza. Caputo ringrazia e segna l’uno a zero con un pallonetto.  



MA NEL 4-3-3 DI SARRI? – Il problema è che tutta questa crescita Locatelli l’ha avuta a partire da un cambio di sistema di gioco. Nel girone d’andata De Zerbi passò al 4-2-3-1 e il Sassuolo iniziò a salire. Tornando sull’argomento lo stesso tecnico bresciano una volta disse: “Da vertice basso davanti alla difesa probabilmente non ha il dinamismo che serve per coprire tutti gli spazi; come mezzala non ha i 30/40 metri di allungo senza palla”. Tutte cose vere e sacrosante, ma siamo così sicuri che non possa fare bene anche da play in un 4-3-3 sarrista, adesso che ha raggiunto una comprensione del gioco e un grado di maturità così palesemente superiori? Sassuolo-Juventus, d’altra parte, l’avete vista anche voi. Io ci scommetterei sopra, altro che Jorginho…