COME NASCE IL PRIMO GOL NEROVERDE – Un buon esempio da sottoporvi è l’azione del primo gol neroverde, caduto al 29’ di Sassuolo-Juve. Ebbene sì, dietro la stoccata di Djuricic c’è la regia remota del Loca. Eccovi tutta l’importanza di Locatelli nella costruzione bassa, coraggiosa e serena del Sassuolo di De Zerbi. Giocate a parete in sicurezza, che ‘smontano’, che ‘tagliano’ la pressione avversaria (in questo caso Higuain su Consigli) in maniera controintuitiva, infrangendo le regole del tradizionale giro-palla.
Locatelli è diventato un maestro di letture nello stretto. Stesso percorso di Sensi, praticamente. De Zerbi è una garanzia sotto questo punto di vista. Ricordo che qui siamo sul lato più arrembante della Juventus, dove i bianconeri inferociscono la pressione con Bernardeschi, Higuain e Bentancur, mentre CR7 assiste dall’altra parte. Locatelli tuttavia non si nasconde. Anzi.
Quando Peluso attaccato da Bentancur gira il pallone a Kyriakopoulos, lui si mostra di nuovo e viene servito dal terzino greco. Non c’è fretta di guardare in avanti, bisogna prima risolvere il rompicapo.
Soluzione: tornare di nuovo da Peluso onde evitare l’aggressione imminente del Pipita (fin lì ancora energico).
Dopodiché, tramite il link Peluso-Magnanelli, reimpossessarsi della sfera e tagliare fuori i tre tori del rondo 4 vs 3.
Nel caso poi arrivasse pure CR7, un’idea sarebbe quella di cambiare gioco alzando il pallone per Muldur, solo sulla destra, su cui scivolerebbe in ritardo il povero Matuidi. E così è andata. Proprio dalla successiva discesa di Muldur (anche attraverso un rimpallo, va detto) è nato il gol di Djuricic.
MUOVERE PALLA PER MUOVERE GLI AVVERSARI – Locatelli ha imparato benissimo a muovere palla non tanto per il gusto di muoverla, ma per muovere con essa gli avversari. Un mantra caro a Guardiola e ben compreso e applicato dallo stesso De Zerbi. Qui sotto il concetto è lampante: Locatelli fa un passaggino apparentemente inutile a Magnanelli, che subito gliela restituisce. La cosa, nel frattempo, ha provocato l’uscita in pressione (su Magnanelli) di Matuidi.
Berardi vede perciò aprirsi internamente uno spazio che prima non c’era, e modifica la sua posizione, andandosi a mettere in zona luce, tra le linee. Il movimento che aspettava Locatelli, a testa alta, col pallone sotto la suola.
Ed ecco il laser pass per Berardi. Centrocampo Juve smosso e penetrato.
DIVERTIRSI - Ormai Locatelli ha raggiunto una padronanza tale dello strumento, da arrivare a divertirsi persino contro la prima della classe. Avete tremato anche voi durante l’azione spettacolare che per poco non portava il Sassuolo sul 4-3 nel finale, intendo con quel tiro di Traorè respinto miracolosamente da Szczesny? Avete presente il tacco di Locatelli a liberare sulla trequarti il piccolo fantasista, dopo quella serie infinita di passaggi?
IMBUCARE – Locatelli al Sassuolo è migliorato anche sotto un altro aspetto: gli assist. Anche quest’anno ha già raggiunto quota quattro, e manca ancora un pochettino alla fine del campionato. Non vengono poi considerate tutte le imbucate e i filtranti che producono occasioni nitide, ma che non si trasformano a tutti gli effetti in una rete. Qui ad esempio siamo nella gara di andata col Lecce, e la palla che mette Locatelli sulla corsa di Defrel (Defrel non segnerà, segnerà nel prosieguo Berardi) è semplicemente impensabile per un comune mortale. Una meraviglia che rotola.
LANCIARE IN PORTA – Nella gara di ritorno col Lecce (già post lockdown), Locatelli dimostra di saperci fare anche alzando il pallone sopra la difesa avversaria. Così, giusto per completezza. Caputo ringrazia e segna l’uno a zero con un pallonetto.
MA NEL 4-3-3 DI SARRI? – Il problema è che tutta questa crescita Locatelli l’ha avuta a partire da un cambio di sistema di gioco. Nel girone d’andata De Zerbi passò al 4-2-3-1 e il Sassuolo iniziò a salire. Tornando sull’argomento lo stesso tecnico bresciano una volta disse: “Da vertice basso davanti alla difesa probabilmente non ha il dinamismo che serve per coprire tutti gli spazi; come mezzala non ha i 30/40 metri di allungo senza palla”. Tutte cose vere e sacrosante, ma siamo così sicuri che non possa fare bene anche da play in un 4-3-3 sarrista, adesso che ha raggiunto una comprensione del gioco e un grado di maturità così palesemente superiori? Sassuolo-Juventus, d’altra parte, l’avete vista anche voi. Io ci scommetterei sopra, altro che Jorginho…