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Oggi mi pare doveroso parlare di donne. Il che è sempre un bel discorrere, al di là di ogni implicazione estetica o sentimentale, laddove la valenza dell’altra metà del cielo giustamente si fa sempre più intensa nel tentativo di annullare il gap primordiale che ancora stupidamente resiste sul piano sociale ed economico tra generi. Addirittura, semmai i due muovi e futuribili inquilini leghisti e pentastellati del governo che la prossima settimana dovrebbe essere incarico dal presidente Mattarella alla direzione del Paese dovessero accordarsi su un terzo nome per Palazzo Chigi, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica il premier potrebbe essere una donna.

Prima di ciò, domenica sera e quindi nel giorno della festa di tutte le mamme, il calcio italiano potrebbe infiocchettare addirittura due scudetti uno dei quali coniugato proprio al femminile e tutti e due con il nastro bianconero simbolo di una Juventus che, anche lei per definizione, è donna. Il più suggestivo nella capitale dove, se i ragazzi di Allegri usciranno indenni dalla sfida con la Roma, non vi saranno più remore per dichiarare ufficiale ciò che ormai tutto sanno essere praticamente certo. Il meno fragorosamente mediatico, ma comunque affascinante, domani a Torino dove le ragazze della “Juventus Women” allenate da Rita Guarino affronteranno il Tavagnacco e in caso di vittoria si laureerebbero campionesse d’Italia. Salvo che il Brescia, in classifica con gli stessi punti, non sbancasse a Verona. Nel qual caso per l’assegnazione del titolo si andrebbe allo spareggio testa a testa.

In ogni caso i nomi delle ragazze bianconere (Giuliani, Russo, Hyyrynen, Gama, Galli, Zelem,Franssi, Bonansea, Franco, Boattin, Panzeri, Lenzini, Salvai, Cernoia, Rosucci, Isaksen , Caruso, Rood, Cantore, Glionna e Sodini) avranno certamente meritato gli onori di una cronaca da “prima pagina” al pari dei loro colleghi maschi più celebrati e immensamente più pagati nel contesto di uno sport come il calcio che, pur pensando con una certa ragione al varo di “seconde squadre”, dovrebbe smetterla di ignorare o comunque di mostrare indifferenza verso il movimento femminile che, in altri Paesi, è seguito con la dovuta attenzione.

Resta dunque, ora, da superare soltanto l’ostacolo Brescia per arrivare al traguardo finale a testa alta. E domani il presidente Andrea Agnelli assisterà alla partita insieme con Marotta che non ne perde una. Non sarà semplice perché la società lombarda, a distanza, non ha intenzione di mollare e vuole arrivare  perlomeno alla resa dei conti dello spareggio anche per motivi, diciamo così, di “vendetta” sportiva. Il Brescia, con l’arrivo di Cellino, si è voluto allineare alla nuova filosofia del potenziamento per il calcio femminile sposato da grandi club come Juventus e Fiorentina, ma naturalmente il gap sul piano economico e strutturale è notevole al punto che, lo scorso anno, otto giocatrici bresciane sono finite il altre squadre e molte di loro proprio alla Juve. Il presidente Cesari, però, non vuole mollare. Cerca e trova soldi dove può. Lo sponsor principale del Brescia è attualmente un sito di incontri per cuori solitari che, in caso di scudetto, ha promesso grandi sconti ai tifosi. Un pizzico di peperoncino in più nel piatto forte e già ben saporito di un sabato di pallone in “rosa”.