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Cinque anni alla Juventus e quattro scudetti. Più una Coppa Italia e due Supercoppe italiane. Mica male la bacheca di Simone Pepe, ex attaccante e oggi procuratore. Arrivato dall'Udinese nell'estate 2010, da doppio ex ci ha raccontato in esclusiva la possibile mossa vincente di Sarri per la sfida di domenica alle 15.

Che idea si è fatto di questa Juve?
"Non ha fatto partite bellissime, ma parliamo di una squadra che ha totalizzato 15 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta".

Tridente sì o tridente no?
"Dopo la partita con la Lazio mi aveva detto che faceva fatica a metterlo dall'inizio per motivi di equilibrio. Ma mercoledì da quanto ha schierato Ronaldo, Dybala e Higuain insieme si è vista una grande Juve. Chi è appassionato di calcio vorrebbe sempre vedere i giocatori forti in campo. Da tifoso dico tridente sì, e penso che contro l'Udinese si possa vedere già dal primo minuto".

Com'è cambiata la squadra da Allegri a Sarri?
"Il nuovo allenatore doveva modificare il modo di giocare, ma credo che per vedere la mano di Sarri dobbiamo ancora aspettare. Ma, sicuramente, non bisogna fare paragoni con quello che era il suo Napoli perché ha giocatori con caratteristiche diverse".

Chi è il giocatore chiave di questa squadra?
"Finora lo sono stati Dybala e Higuain, che hanno fatto cose importanti. In estate si parlava di possibili cessioni, ma loro si sono ritagliati grandi spazi dimostrando di essere dei campioni. Il giocatore che mi ha stupito di più, però, è stato Bentancur. Sta avendo una crescita pazzesca".

Un mese fa era a cena a Torino insieme a Chiellini. Le ha raccontato qualcosa?
"Con Giorgio siamo come fratelli, abbiamo iniziato insieme nell'Under 15 e siamo sempre rimasti amici. Le nostre famiglie si conoscono bene, ma quando ci vediamo evitiamo di parlare di calcio. Cerchiamo di staccare un po'".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Cena di Qualità

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E' pronto per rientrare?
"Sta a mille. E' un ragazzo che arriva al campo d'allenamento alle 9 di mattina e se ne va alle 5 di pomeriggio. Solo così puoi diventare un campione di quel livello. Giorgio sta bene, ma tornare in campo solo quando sarà al 100%. Non può rischiare di avere ricadute".

Ci sono punti in comune tra questa e la sua Juve?
"Uno ce n'è. Ed è sempre lo stesso: vogliono vincere sempre. I giocatori e gli allenatori passano, ma la mentalità Juve resta".

C'è un giocatore di questa squadra nel quale si rivede?
"Magari... Questi sono tutti calciatori di spessore: da Cuadrado a Ronaldo, da Dybala a Higuain. Douglas Costa quando parte mette la settima, io arrivavo massimo alla terza/quarta".

Quattro scudetti vinti in bianconero, qual è quello al quale è più legato?
"Sicuramente il primo, ma penso di parlare a nome di tutto quel gruppo. Abbiamo vinto uno scudetto senza mai perdere, durante un periodo di ricostruzione. Per questo era inaspettato, soprattutto perché abbiamo battuto una squadra forte come quel Milan".

In bianconero è stato allenato da Conte, che effetto va oggi vederlo sulla panchina dell'Inter?
"E' un grandissimo allenatore e prepara le partite come in pochi fanno. Con l'Inter sta dimostrando ancora una volte di essere fortissimo, anche se la Juventus oggi è più forte dei nerazzurri. Sarà una battaglia fino alla fine, ma i bianconeri sono superiori".