commenta
Suarez o Dzeko? Morata, grazie. Telenovela finita. Stop. Andrea Pirlo ha il suo attaccante. Amici, oggi come ieri. Ruoli? Da ex compagni ad allenatore-giocatore, con Alvaro che non vede l'ora di (ri)vestire la maglia della Juve. Chi li conosce tutti e due è Simone Pepe, ex bianconero che con Pirlo e Morata ha condiviso lo spogliatoio. E sull'acquisto dello spagnolo non ha dubbi: "E' un ottimo giocatore. Poi conosce già l'ambiente Juve e sa come funzionano le cose lì - ha spiegato Pepe nella nostra intervista - Pirlo in conferenza ha detto che vuole gente viva, con la voglia di fare bene: Alvaro ne ha tanta. Inoltre, ha una grande esperienza internazionale tra Atletico Madrid, Real Madride Chelsea. E' un giocatore più che adatto per la Juve".

Qual è la sua caratteristica migliore?
"Ha una grande tecnica, ma la miglior qualità è l'attacco dello spazio. E' forte in progressione, se va in profondità nel momento in cui la Juve verticalizza diventa devastante".

L'ha sentito ultimamente? 
"Sì, quattro o cinque giorni fa. Ci sentiamo spesso. Era carico, ma per uno che ha giocato ad altissimi livelli come lui è scontato. Se non fosse così non avrebbe nemmeno preso in considerazione un ritorno alla Juve. So che i colori bianconeri gli sono rimasti sempre nel cuore, anche quando era a Madrid. C'è sempre stata la voglia di tornare a Torino. Per chi ha giocato in quel club e poi è andato via, è normale voler tornare".

Ci racconta un aneddoto legato ad Alvaro?
"Partita di Coppa Italia contro il Verona: l'arbitro ci assegna un rigore, i tifosi volevano che lo tirassi io che ero rientrato da un infortunio; Alvaro non segnava da un po' e mi chiese di tirarlo, così glielo lasciai. E' un ragazzo d'oro, siamo rimasti in ottimi rapporti ancora oggi".

Meglio Morata di Suarez e Dzeko?
"Sono attaccanti con caratteristiche diverse. Suarez è una sorta di tuttocampista capace di fare qualunque cosa, Dzeko è formidabile. Morata però ha già vinto tutto e di più, e ha la metà degli anni degli altri due. Penso sia stata anche una scelta legata alla continuità del lavoro che sta facendo la Juve".

Ex compagno di Pirlo, lo ritroverà da allenatore. Che rapporto avevano?
"Buono, come tutti nello spogliatoio. Era arrivato dal Real Madrid come ragazzo prodigio, ma è stato bravissimo Allegri nel gestirlo: all'inizio giocava meno perché davanti c'erano Tevez e Llorente, poi l'allenatore l'ha inserito piano piano".

Se l'aspettava di vedere Pirlo sulla panchina bianconera?
"Credo che nessuno se l'aspettava. La Juve è qualcosa di più rispetto alle altre società, e Agnelli un presidente straordinario, con i coglioni. Ha capito che Pirlo può essere un predestinato anche da allenatore, e si è preso questa grande responsabilità di dargli la panchina della prima squadra. Andrea ha una calma olimpica, quando l'ho visto in panchina contro la Sampdoria era come quando giocava: non trasmetteva emozioni. Ma in campo è sempre stato un leader che non ha mai avuto bisogno di strillare per farsi sentire".

L'ha sentito dopo la partita con la Sampdoria?
"Sì, anche con lui ci sentiamo spesso perché condividiamo anche l'hobby del golf. Gli ho detto che quella calma che ha in panchina l'ho vista solo al colonnello Lobanovski (storico allenatore della Dinamo Kiev, ndr). In tv sembra una persona seriosa, ma è stato uno dei compagni più simpatici che ho avuto in carriera: riesce a trovare sempre il momento giusto per fare battute che ti spiazzano".

Che impressione le ha fatto la partita con la Samp?
"Ho visto una squadra viva e aggressiva con la voglia di recuperare il pallone e avere il pallino del gioco. Sono contento per lui e per il messaggio che sta passando, e non dimentichiamoci che ha avuto anche poco tempo a disposizione per lavorare. Ma Andrea il calcio ce l'ha in testa".

Chi è il giocatore che l'ha colpita di più?
"McKennie. L'avevo visto ogni tanto con la maglia dello Schalke, ma al debutto in bianconero ha fatto una gran partita recuperando tanti palloni".