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Pecoraro e la Juve, un rapporto mai nato. E per fortuna. Come dovrebbe essere, la dirigenza bianconera non ha legami con il Procuratore Federale, se non quelli canonici di lavoro. Come, appunto, è giusto che sia. Semmai, i legami (almeno di tifo) sono verso ben altra direzione, visto che in un recente passato il Procuratore si è dichiarato apertamente un tifoso del Napoli...

LA DATA - Ma il 22 marzo è una data che lega Juventus e Pecoraro, perchè un anno fa di questi tempi si parlava del caso biglietti, con la Commissione Antimafia al centro delle indagini. Un anno fa, di questi tempi, Pecoraro citava l'intercettazione di un colloquo tra Agnelli e Alessandro D'Angelo (security manager), salvo poi ritrattare. La frase - "Hanno arrestato due fratelli di Rocco (Dominello). Lui è incensurato. Noi parliamo con lui" - non è tra gli atti, e il Procuratore ammette lo sbaglio: la frase attribuita ad Agnelli sarebbe invece parte di una conversazione tra l'ex capo marketing Calvo e D'Angelo.

LA CORREZIONE - "L'intercettazione di cui si è parlato l'altra volta (fra D'Angelo e Calvo dell'agosto 2016, ndr), su cui sono state dette tante cose, è un'interpretazione che è stata data. Noi abbiamo dato una certa interpretazione, perché da quella frase sembrava ci fosse una certa confidenza fra Agnelli e Dominello, ma probabilmente era del pm quella frase. Anzi, da una lettura migliore la attribuisco al pubblico ministero". Queste le parole di Pecoraro, che comunque non chiusero l'inchiesta nè la particolare questione.

Nè il primo, nè l'ultimo caso tra Juve e Pecoraro.