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Alla vigilia dei big match è buona prassi intervistare chi ha vestito le maglie di entrambe le squadre. Risponde a questo requisito Paulo Sousa, l'ex centrocampista portoghese oggi allenatore in cerca di un club. Lo ha intervistato la Gazzetta dello Sport in vista di Inter-Juventus. Ecco alcune sue dichiarazioni:

IL CAMPIONATO - "La Juventus continua a vincere perché anticipa, restando competitiva con grandi giocatori, e ha lo stadio di proprietà. Oggi la Serie A è quasi ai livelli di quando ci giocavo, ed è un campionato più aperto perché la Juventus stimola la concorrenza. A Torino si coltivano le condizioni ideali per lavorare e vincere. Andrea Pirlo conosce bene la cultura del club. Affidarsi a lui, alla prima esperienza, può sembrare coraggioso, in realtà dimostra la solidità della società che mantiene una squadra competitiva e investe su un allenatore che potrà imporsi ai vertici in futuro".

RONALDO - "È un matrimonio straordinario, CR7 e la Juve hanno lo stesso Dna: vincere, accumulare titoli e record. Un leader così in uno spogliatoio di un club di questa cultura, ti porta alla vittoria. Leader come lui o Ibrahimovic al Milan non si accontentano, gestiscono lo spogliatoio perché ne dipendono i loro stessi risultati, e in campo fanno la differenza. Ma serve anche un allenatore che sappia valorizzare il tutto".

CHIESA E BERNARDESCHI - "Se hanno fatto bene a trasferirsi dalla Fiorentina (Sousa li ha allenati entrambi in viola, ndr) alla Juventus? Certo, anche se sono diversi. Chiesa è un trascinatore sempre affamato, che sa imporsi subito anche tra grandi campioni. Anche Bernardeschi è da Juve, ma deve sentire fiducia ed essere guidato dall’allenatore per esprimersi al meglio".

CONTE - "Con Antonio l’Inter ha fatto una scelta di continuità di investimenti e di squadra, per crescere. È normale puntare allo scudetto, poi per vincere servono certi ingredienti. I risultati parlano per Conte. Ogni allenatore poi ha le sue idee. L’importante è trasmetterle ai giocatori con la formula giusta per esaltarne il talento e vincere".

CHE PARTITA SARÀ - "Da allenatore mi interessa ogni partita per cogliere spunti. L’Inter ha un’identità chiara e nota. Mi aspetto qualche giocata decisiva, non solo di Lukaku. Come leader, oltre a Lukaku e Lautaro, ha un grande portiere come Handanovic. E un bel centrocampo. Ma sono più curioso di vedere come si comporterà la Juve che ha iniziato un ciclo con Pirlo, anche per dare continuità a squadra e gioco".

JUVE-PORTO IN CHAMPIONS - "Sarà una partita equilibrata e interessante. Il Porto, per stabilità, mentalità e progettualità è al livello della Juve. Lo dimostrano i grandi allenatori che hanno iniziato lì. Conceiçao ha trasmesso forza collettiva alla squadra, con equilibrio e processi di gioco semplici e efficaci. E poi Sergio conosce bene il calcio italiano".