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Prima di annunciare una vera e propria crisi, dai banchi del potere, ci si pensa sempre due volte. La realtà non sempre conviene e così, per quanto possano brontolare i soldati - anche di alto rango - un generale non si può lasciar scoraggiare, soprattutto quando ci mette la faccia. Incassato l'appello di Maurizio Sarri, lanciato dopo la gara di Stoccolma con l'Atletico Madrid, Fabio Paratici ha risposto oggi, a Villar Perosa, in modo diametralmente opposto rispetto a quanto fatto dal tecnico. Non tanto nel significato, perché sarebbe stato sciocco scegliere un'altra linea di pensiero, quanto nei toni. D'altronde, uno veste in tuta e l'altro in giacca, senza fare stereotipi, si capiscono già così le differenze. 

DI TROPPO - "Esuberi? Non ci sono esuberi, c'è una lista con delle regole su cui né io né Sarri possiamo farci nulla" ha detto Paratici ai microfoni Sky poco dopo la fine della gara in famiglia a Villar Perosa. Ai colpi di chitarra, su note punk, intonati da Sarri appena la scorsa settimana  - "È una situazione imbarazzante, perché rischiano di rimanere fuori dalla lista giocatori di altissimo livello" - il ds bianconero ha risposto con la viola, stuzzicando appena le corde. I problemi restano gli stessi, sia nelle parole dell'uno che dell'altro, ma appare evidente come la strategia di Paratici verta sulla ponderazione: non metto nessuno alla porta, perché il rischio svalutazione resta dietro l'angolo. Però, sia il settore tecnico che quello dirigenziale concordano su una cosa: i giocatori devono essere avvisati, se qualcuno non parte, il rischio è che non possa essere inserito nella lista Champions. Non per capriccio, sia chiaro: dura lex, sed lex.

SOTTIGLIEZZE - Paratici ha quindi detto tutto, senza dire nulla. Si è sbilanciato sulle situazioni compromesse - Perin e Pjaca infortunati - e sull'operazione minore di Pellegrini al Cagliari, ma non è uscito di un metro dal tracciato per quanto riguarda i big. Così, sia Dybala sia Mandzukic non sono vicini alla cessione - la Joya "è un grande giocatore" - ma nemmeno Rugani sembrerebbe essere in imminente uscita. Paratici non vuole fare un siparietto alla Icardi in salsa bianconera, così ha accuratamente evitato di sbilanciarsi più di quanto la protezione non gli consentisse. Anche a rischio di passare per antitetico rispetto a Sarri: le valutazioni dell'uno non coincidono con quelle dell'altro, solo perché tengono in considerazione fattori diversi. Tecnici per l'allenatore, che deve gestire un gruppo ingombrante ed economici per il Direttore, sul quale fattore pende però lo stesso ingombro in fatto di numeri. Sono solo parole, tanto diverse, per dire, in fondo, la stessa cosa. Tra chi non parte, però, qualcuno guarderà la Champions dal divano. Sarà abbastanza?