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A "Prosto w Szczenę", programma della tv polacca condotto da Wojciech Szczesny, ecco l'intervista esclusiva realizzata al direttore sportivo bianconero Fabio Paratici.

AL TELEFONO - "Quante volte carico il cellulare? Ho due batterie, altrimenti non è possibile lavorare. Spendo tanto tempo a telefono, ma non solo per lavoro. Chiamo anche i miei amici! Ma è il nostro lavoro, è normale per me. Non so quante ore sono a telefono. Sono sempre con gli auricolari...".

I TRASFERIMENTI - "Perché abbiamo preso Szczesny? Il processo è facile: non mi piace avere tanti scouts, ne abbiamo solo 3 e un capo nella prima squadra. Quando tu senti tante persone, è difficile scegliere di chi fidarsi. Ho tre persone, ho fiducia in loro e quando mi dicono qualcosa controllo, ma so bene cosa mi vogliono dire. Chi mi ha detto di Szczesny? Lo conosco da tanto tempo, è stato un talento dall'Under 16, Under 17. Sono arrivato 9 anni fa, prima ero alla Samp: quando ero lì l'ho visto a un Europeo Under 17. Prima ero capo scout, puoi seguire meglio. Il calcio è la mia passione, volevo conoscere, capire...".

GLI INIZI - "Ero un calciatore, ma non così forte. Sapevo che avrei dovuto fare qualcosa al termine della mia carriera. Prima che guardassi qualche gara in tv, prendevo appunti. Volevo capire chi sarebbe stato buono da prendere, magari in due, tre anni l'avrei visto in Champions. Ho iniziato a 24, 25 anni. Dopo, fino ai 31 quando ho finito di giocare, ho continuato a farlo. 15 giorni di vacanza e 15 giorni lontano a vedere partite. Quando vedo un giocatore? Ricordo il primo, era un polacco: Kosowski. L'ho visto in Europa League, con il Wisla. Negli ultimi anni il calcio polacco è cresciuto tanto e ha dato tanti attaccanti, ora credo ci sia un centrocampista molto forte..."

PAESI DELL'EST - "Seguiamo tanti giocatori nell'est Europa, li seguiamo nelle grandi competizioni. E' il nostro lavoro, tutti nelle nazionali. Quando ero alla Samp era più facile, alla Juve è difficile imporsi. Per questo li diamo in prestito e vediamo se possono rientrare". 
Risponde Szczesny: "Analizzando dal punto di vista economico, è conveniente prenderli dall'Est Europa. Costano meno. Ormai non puoi prendere un talento, a questo livello devi prendere un giocatore che ti migliori la squadra. Mettiamo che prendi un giocatore forte dall'Olanda: pensi sia un grande talento, poi magari in 2 anni è pronto. Ma dove lo collochi?". 

IL LAVORO - "Pensare al talento è la cosa peggiore. Il nostro lavoro è questo, ma in una squadra così non basta solo il talento e non devi farti trascinare da quest'ultimo. Ma prendere qualcuno che possa essere funzionale alla squadra. Quando vedi n ragazzo 4, 5, 6 volte in tre mesi, ecco il giocatore. E' quello, lo conosci. Se lo vedi dopo due anni, devi vederlo altre volte. Ma devi capirlo anche fuori dal campo: l'ambizione, il carattere. Se è serio, se i genitori sono coinvolti. Anche la moglie, la ragazza è importante". 
Sczesny racconta la prima esperienza all'Arsenal: "Quand'ho firmato per l'Arsenal, era dopo Polonia-Francia Under 17. Maria mi ha detto che non avrebbero visto solo le mie parate, ma come avrei reagito, come avrei parlato ai difensori, come avrei sopportato la sconfitta. Preoccupati di quello che fai. Perdemmo la partita, ma andai dagli avversari e salutai calorosamente...

LEWANDOWSKI - "Lo volevano Genoa e Sampdoria, Lewandowski. La scelta era tra Blaszczykowski e Lewa. Alla fine vollero andare al Borussia, anche per una questione di lingua. Il report? Si vedeva fosse un 'top'. A Dortmund è cresciuto tantissimo in un anno". 

UNICUM - "Ci sono delle nazioni in cui ci sono delle posizioni che vengono sempre ben occupate. In Italia, ad esempio, i difensori sono sempre top. In Polonia? I portieri sono sempre al top. In Francia tanti centrocampisti forti. Gli esterni sempre in Brasile, quelli avanzati sono olandesi. E' la scuola che definisce i giocatori, dipende anche dallo stile di calcio. In Brasile fino a 20 anni fa non c'era un portiere di grossa statura, poi sono usciti Ederson, Alisson, Dida... dovuto anche al cambiamento di regole. Il ruolo più difficile in cui scovare? Un difensore centrale. Tutte le squadre giocano un calcio migliore, ed è una cosa buona. Abbiamo perso il senso della difesa, del lottare. Come Chiellini, o Caceres".