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Michele Padovano il 31 gennaio 2023 è stato assolto.  E' la data in cui è finito l'incubo iniziato nel 2006. L'ex giocatore della Juventus fu accusato di far parte di un’organizzazione che trafficava droga. A Fanpage, anche per presentare il suo libro "Tra la Champions e la libertà – La partita in difesa di un attaccante, per vincere la vita" l'ex calciatore ha ripercorso tutta la sua storia.

L'ARRESTO - "Mi hanno arrestato e fatto stare in isolamento senza dirmi nemmeno una parola. Se mi avessero chiesto "tu cosa c’entri con questa storia" gli avrei spiegato quello che poi gli ho detto dopo 75 giorni di galera. A me sembrava impossibile che io stessi vivendo una situazione di quel tipo".

LA SPIEGAZIONE -  "Questo ragazzo era cresciuto con me fin da quando eravamo bambini, non ho mai rinnegato la sua amicizia durante i processi e non lo faccio ora. Lui mi chiese questi soldi in prestito motivandomi la cosa e dicendomi che stava per comprare dei cavalli. Il problema è che lui faceva anche altro. Noi abbiamo dimostrato che quei 36mila euro erano stati effettivamente usati per l’acquisto di quei cavalli ma non siamo stati creduti né in primo grado né in appello. Grazie ai miei avvocati, che hanno fatto un lavoro eccezionale, la verità ha prevalso”.

LO SCONFORTO - “È passato tanto, troppo, tempo. Non si può tenere una persona appesa così, per tanto tempo”.

DA DEL PIERO AL CARCERE  - “Ho provato a raccontare tutto a 360° e in maniera trasparente. Ho avuto la fortuna di frequentare persone come Zidane e Del Piero nella mia vita perché ho avuto la fortuna di fare una carriera meravigliosa mentre in quella circostanza lì, quando ero detenuto ed eravamo in socialità, mangiavo col mio compagno di cella e un altro con la vista water”.

LEZIONE DI VITA - “Per me il carcere è stata una lezione di vita e mi ha molto cambiato come persona. Prima ero superficiale, non ero cresciuto come uomo e guardavo delle cose a cui oggi non dò importanza. Le cose importanti e serie della vita sono i valori veri, voler bene alle persone che sono sincere con te, che ti sono vicino perché ti vogliono bene davvero e non perché ti chiami Padovano e tutto ciò che c’è intorno". 

SU VIALLI - "Gianluca Presicci e Luca Vialli sono state le persone che mi sono state più vicine. Con Luca c’era un rapporto incredibile e non c’è giorno che non gli dedichi un pensiero. Mi manca terribilmente. Era l’unico che chiamava la mia famiglia per sapere le mie condizioni e questo non l’ho mai dimenticato”.

VENDUTO TUTTO -  "Io ho dovuto vendere tutto quello che avevo. Meno male che c’era qualcosa nel salvadanaio e qualche proprietà immobiliare perché io nel 2006 avevo una condizione sicuramente diversa da oggi. Avevo un tenore di vita differente, molto alto, ma con questa vicenda qui ho dovuto pensare a difendermi e ho dovuto vendere tutto quello che avevo in questi 17 anni senza entrate. Lo dico senza vergogna e con grande dignità. Speriamo che possa arrivare un lavoro che possa far entrare qualcosa e questa vicenda mi ha cambiato molto come persona".

COME SIGNORI? -  “Il mio caso come quello di Signori? Ci siamo sentiti dopo la mia assoluzione e dopo la sua, ci siamo confrontati ma si tratta di due storie molto diverse. Gli sono stato molto vicino quando è successo tutto e quando è stato assolto. Io sapevo benissimo quando uno è invischiato in certe situazioni anche una telefonata a volte può fare tanto. Anche lui ha subito una storia molto dolorosa ma fortunatamente si è chiusa con l’assoluzione”.

SUL FUTURO DA DS - “Io spero di sì e ci credo molto. Ho l’attestato da direttore sportivo e mi piacerebbe rientrare nel mondo del calcio ma ho bisogno di un’opportunità. Sono fiducioso e ho buone sensazioni ma c’è bisogno di concretezza dopo aver sentito tante chiacchiere”.

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