Riguardando le immagini del tempo, oltre alla nostalgia per una Serie C ancora divisa tra 1 e 2, vien facile farsi sopraffare dal peso degli anni. Forse, anche perché nella Sangiovannese stava giocando le sue ultime partite in carriera Francesco Baiano, storico elemento chiave del tridente del Foggia dei miracoli di Zdenek Zeman. O forse perché, fa sorridere, vien difficile pensare a Sarri impantanato nei campi della provincia italiano, semisconosciuto, quando oggi invece è uno dei massimi allenatori mondiali. E, a distanza di sedici anni - e qualche giorno - mercoledì si giocherà il suo primo titolo italiano da quando è un tecnico professionista: infatti, per Sarri, la bacheca è ancora da riempirsi, dopo aver inaugurato con l'Europa League al Chelsea una tardiva striscia di successi.
Orsato e Sarri, chissà se ci avranno pensato, al peso degli anni che passano e che, inesorabilmente, non tornano più indietro. Così, mentre l'arbitro si appresta a vivere la sua ultima stagione in Serie A (la prossima, per raggiunti limiti di età) ecco che Sarri vive la sua seconda giovinezza, dopo una carriera che lo ha portato alla consacrazione solo a ridosso dei sessant'anni. Eppure, tanto, se non tutto, passa anche dai campi di provincia, come quello della Sangiovannese e dalle promozioni in campionati che, minori, sono solo nel nome che portano.