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Eccoli e dobbiamo smascherarli. Sono coloro che hanno imparato fin troppo bene la lezione impartita da desolanti bande di “comici” imprestati alla politica i quali tengono in scacco un intero Paese e si combattono a colpi di insulti e di nefandezze assortite fregandosene di chi tenta di sopravvivere in una quotidianità sempre più decadente. Sono tutti coloro i quali manco si accorgono delle ormai rarissime cose oneste e belle per le quali potrebbero godere. Il calcio, per esempio, seppure nella sua relativa valenza sociale e dopo il repulisti di Calciopoli, possiede ancora la forza di rappresentare una certa forma di “giustizia” laddove alla fine a vincere non è magari il più forte in assoluto ma in ogni caso il più meritevole. L’ormai annunciabile settimo scudetto della Juventus fa parte di questo prezioso gioiello.

A qualcuno (molti e troppi) la cosa risulta indigesta e addirittura insopportabile. Ed ecco che allora, in conformità dei teoremi dietrologici usati dalla peggiore politica, costoro pensano di usare l’arma del fango per sporcare i per mettere in discussione non solo il risultato ottenuto per pure meritocrazia ma lo stesso buon nome del vincitore e a seguire la corretta funzionalità dell’intero sistema. Per arrivare a tanto, con sfacciata impedenza, si ricorre addirittura alla manipolazione della tecnologia per fabbricare maldestri “falsi” con i quali colpire e demolire la dignità del “nemico”. Non una burla, come fecero gli studenti livornesi con i Modigliani taroccati, ma un autentico attentato etico messo in atto per causare danni e fare del male.

Così ieri, mentre il Napoli si stava squagliando a Firenze come neve al sole, la “rete” veniva bombardata da immagini e da commenti in arrivo dal pianeta degli ultracorpi invasori fabbricate e lanciate per trasformare quella che è una realtà cristallina nel frutto marcio figlio di una truffa. Peccato per questi fabbricatori di fango che la stessa tecnologia non ci abbia messo troppo per dimostrare che a barare non erano stati né Tagliavento e neppure Allegri ma proprio coloro i quali avevano tentato l’infame operazione calunniosa diventando a loro volta vittime-colpevoli dello stesso inganno. Un fatto decisamente inquietante perché l’Italia e la sua gente non possono essere questi. Non devono essere questi.

Così come non può e non deve esserlo la giustizia la quale, nella figura del dottor Pecoraro, si era mossa con la velocità della luce dopo il primo alito di vento chiedendo alla Federazione di poter visionare i filmati in questione ed eventualmente aprire un’inchiesta per verificare il corretto svolgimento dei campionati. Ora la FIGC farà bene ad accontentare il procuratore della Repubblica e a inviargli quelle che avrebbero dovuto rappresentare le prove di colpevolezza a carico della Juventus e della classe arbitrale. E Pecoraro, se davvero mosso dal sacro fuoco della “giustizia giusta”, farà altrettanto bene ad aprire un’inchiesta non sulla società bianconera, parte lesa, ma per smascherare coloro i quali hanno tentato di sfregiare un capolavoro con la calunnia e la diffamazione. E’ ciò che, per vie legali, la stessa Juventus dovrebbe pretendere. Eventuali scuse non potrebbero bastare.

@matattachia