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Ora lo sappiamo: Allegri ha rifiutato il Real Madrid per - possiamo dirlo - amore della Juventus. Probabilmente non per soldi e nemmeno per denaro. Il Real non avrebbe certo fatto il difficile davanti a uno o due milioni in più. Se Allegri ha scelto la sua vecchia squadra da cui era stato messo alla porta, vuol dire che ci crede. Con le dovute garanzie economiche, le sue, ma ci crede.

Se vi ricordate era arrivato in punta di piedi, tra lo scetticismo generale e i tifosi avvelenati, ancora inviperiti per la fuga di Conte. Fra i primi concetti espressi ci fu, più o meno: “Non sono favorevole a un clima da caserma, bisogna saper ascoltare e indirizzare”. Insomma uno psicologo più che un sergente e un “dipendente” modello, tanto da essere talvolta bollato come uno “yes man”, tanto diverso dal suo predecessore. Al quinto scudetto, dopo una cocente sconfitta ai quarti di Champions con l’Ajax (non però così vistosa come quella recente col Villareal) e l’ennesimo campionato vinto, lo “yes” divenne “no”. “O me o loro” dichiarò. Loro erano mezza squadra, nella quale era già entrato CR7, ma evidentemente già allora Max una cosa l’aveva capita: così non si poteva andare avanti. Scelsero loro e non lui, però quando lui è stato riscelto s’è trovato di fronte ad una rosa, con la sola eccezione di Chiesa, forse peggiore di quella che aveva lasciato.

Ora gli hanno comprato Vlahovic, ma se ne va Dybala e, per il momento restano Arthur, Rabiot con la sua mamma, l’ineffabile Ramsey. In difesa per un De Ligt in più, un Alex Sandro logorato o demotivato e i due storici centrali già avanti sulla via del tramonto. Basterà la promessa Gatti a limitare le presenze di Rugani? E il centrocampo? Si sogna Pogba, ma, al di là dell’affetto e della gloria passata, è quel che ci vuole? Un trentenne con sei anni non proprio scintillanti alle spalle, talvolta brillante, spesso svagato, senza un grande entusiasmo, è davvero quel centrocampista di lotta e di governo di cui la Juve ha bisogno come il pane?

Qualche dubbio in proposito è lecito. Non si può andare avanti rimpiangendo Vidal. Quello bianconero, non quello nerazzurro.