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Erano disposti a tutto, gli ultras della Juventus. Anche a colpire i giocatori della propria squadra, addirittura a fare intimidazioni verso i più forti. Tutto girava attorno alla cessione dei biglietti, ma anche di abbonamenti, borsone, maglie, tute. Secondo quanto ricostruito da Il Fatto Quotidiano, i protagonisti di 'Last Banner' erano arrivati a prendere di mira i due acquisti dell'estate 2018: Leo Bonucci, e poi Cristiano Ronaldo. 

VERSO CRISTIANO - Il quotidiano racconta di una presa di posizione forte da parte della tifoseria organizzata: non avevano preso in simpatia il portoghese, gli ultrà. Tant'è che nel settembre 2018, al termine di una delle prime partite, CR7 calcia il pallone in tribuna. In cuor suo vorrebbe omaggiare qualche tifoso fortunato: però gli arriva una risposta a muso duro. 'Ma quello non sa come funzionano le cose?', il commento captato in un'intercettazione tra due ultras. I palloni dovevano passare tutti per le loro mani (e i loro affari). 

CON BONUCCI - 'Mercenari non ne vogliamo. Sciacquati la bocca', le parole rivolte invece a Bonucci via striscione: fu esposto in Curva Sud nella partita contro la Lazio, era il 25 agosto del 2018. Ma era una finta. Come racconta Trinchero dei 'Vikings' a un'amica di Leo, "lui si trova in mezzo, è un tramite che paga anche la situazione del momento". Conferma e spiega il gip Rosanna Croce: "Il reale motivo della contestazione non era una rimostranza per l’ ‘infedeltà’ di cui aveva dato prova Bonucci ma, ancora una volta, la mancata concessione di biglietti gratuiti e il taglio delle agevolazioni all’ambiente ultrà".

CAPO DRUGHI - Intanto, è stato interrogato questa mattina nel carcere d'Ivrea, Dino Mocciola, ultras della Juve e capo dei Drughi, arrestato lunedì nell'operazione Last Banner. Assistito dall'avvocato Giuseppe Del Sorbo, Mocciola - chiamato anche 'Presidente' - si è avvalso della facoltà di non rispondere alle accuse di associazione a delinquere, estorsione, violenza privata e autoriciclaggio.