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Campioni senza tempo e senza età, trasversali per la loro capacità di essere presenti nelle forme di arte più belle e più popolari come il calcio e la musica. Il calcio solitamente divide perché ciascuna bandiera è un vessillo tribale sotto il quale si posizionano “eserciti” ideologicamente differenti. La musica unisce perché una canzone o una sinfonia abbattono ogni tipo di barriera andando dritte al cuore per stimolare solidarietà anziché inimicizia. I sacerdoti universali di questi riti laici non sono molti. La maggior parte di loro vanno e vengono per poi sfumare dalla memoria lasciando briciole di ricordi. Coloro i quali invece resistono è perché soni riusciti a seminare alberi di genere secolare tanto che la loro presenza, anche se rara, rappresenta sempre un evento eccezionale e talvolta commovente. Per tutti. Anche per loro.

Tant’è, era visibilmente commosso Roberto Baggio l’altra sera a Padova nella Kioene Arena dove si svolgeva il concerto dell’artista bolognese Cesare Cremonini. Una commozione esaltata da un verso della canzone “Marmellata #25” dove a un certo punto si sostiene che “Da quando non gioca più Roberto Baggio non è più domenica”. A quel punto i settemila spettatori che riempivano il Palazzetto si sono alzati tutti in piedi e il cantautore ha interrotto la sua performance. In mezzo a quella folla infatti c’era proprio Roby Baggio con la sua famiglia. La standing ovation improvvisata e spontanea era tutta per lui il quale, con gli occhi lucidi e le gote del viso arrossate, si è a sua volta alzato per battere le mani e ringraziare. La testimonianza di un amore eterno per un ex ragazzo che oggi è un uomo di cinquantuno anni il quale ebbe il potere di far sognare e di regalare autentica gioia senza il bisogno di mostrare pettorali a tartaruga o di trasformarsi in uno strumento buono per il merchandising. Un campione magico per le sue qualità inarrivabili. Non un illusionista. Sicchè ha proprio ragione Cremonini nel cantare che senza Baggio non è più domenica.

Un evento di buona cronaca, quello di Padova, che ha preceduto di un solo giorno quello successivo determinato dall’uscita dell’ultimo e nuovo singolo di Vasco Rossi. Si intitola “La libertà” e farà da apripista per il tour che il Komandante ha già annunciato in via di allestimento per il mese di giugno del prossimo anno. Neppure la rockstar di Zocca è più un ragazzino. Per certi versi è persino un sopravvissuto. Eppure dai tempi di “Albachiara” a oggi non ha mai perso un solo grammo del suo talento artistico attraverso la cui messa in opera ha saputo far sognare intere generazioni proprio come Roberto Baggio. E sarà grazie a Vasco che il Meazza di Milano, a giugno e per quattro notti, vivrà la suggestioni popolari tipiche di quella Champions che Milan e Inter da troppo tempo hanno negato alla loro gente. Quelle notti di Champions che, invece, la Juventus è tornata a conoscere, in tutta la loro bellezza, in questi ultimi anni.