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Non solo la lunga audizione di Daniela Marilungo. Dagli atti (depositati) dell’inchiesta, emerge anche il verbale dell’audizione di Federico Cherubini (non indagato). Come scrive il Corriere della Sera: "È il 27 novembre 2021, il giorno dopo le perquisizioni della guardia di finanza, quando il direttore sportivo si siede davanti all’aggiunto Marco Gianoglio e ai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello". Otto ore di interrogatorio, incalzato costantemente, con al centro l'utilizzo del vocabolo «finte» in merito alle plusvalenze, emerso dalle intercettazioni: «Io più volte mi sono lamentato con Fabio che il valore che stavamo dando a quei giocatori non erano congrui». 

E ancora, si legge: "Gli viene citata un’altra telefonata: «Ci hanno detto de non fa’ le plusvalenze finte». Chi?, chiedono i pm, ma Cherubini ribatte: «Nessuno mi ha detto di smettere, ma il cambio di progetto tecnico è avvenuto a luglio 2021, questo ricordo». Non basta rileggere la conversazione: «Prendo atto». Idem davanti a un’altra domanda: «Prendo atto, ribadisco quanto detto». Difende i vertici del club: «Le nostre strategie sono sempre all’interno dell’area sportiva. Agnelli, Nedved e il cda vedevano le plusvalenze quando venivano realizzate, ma non c’è mai stata un’indicazione in tal senso». Domanda dei magistrati: quindi Paratici ha deciso di aumentare il ricorso alle plusvalenze da scambio in autonomia? «Per quanto è a mia conoscenza, non so se si sia confrontato con Agnelli: il presidente lascia autonomia alle persone che lavorano nell’area sportiva. L’ho sperimentato io stesso in questo periodo, dopo l’avvicendamento che c’è stato con Paratici»". 

E sullo scambio Akè-Tongya emerge: «È la classica operazione che accende il faro perché si scambiano due giocatori giovani a un prezzo non basso». Poi sui debiti con l’Atalanta: «Sì, credo 6-7 milioni (...) Non risultano a bilancio per quanto a mia conoscenza». Infine, tocca alla carta di Ronaldo, "e un pm stigmatizza: «È inverosimile che il direttore sportivo subentrato a Paratici non conosca gli impegni presi dal predecessore e non conosca carte sottoscritte (che invece sembra ben conoscere dalle intercettazioni)». Si tratta di stipendi sospesi, da pagare anche in caso di trasferimento: «Non sono in grado di spiegare perché questa carta avrebbe impatto sul bilancio... L’impegno comporta un obbligo e doveva essere riportata in bilancio»".