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Marchisio non c'è più, viva Marchisio. Il Principino è andato a passeggiare all'ombra del Rastrelli e del Rossi. Preciso che non sono giocatori italiani attratti, come lui, da succulenti contratti, ma architetti, che lo zar Pietro il Grande chiamò a sé per dare dignità alla Santa Madre Russia.

Chi scrive più volte ha cercato di convincere Claudio ad un'avventura nel “nuovo mondo”, ma deve constatare che, rispetto alla neve dell'Ontario, il concittadino ha preferito quella della steppa solcata da isbe e muzìk.
Se si trattasse di un romanzo strappalacrime, suonerebbe più o meno come “Dalle Alpi alla Neva”, avendo lasciato per fortuna e per noi torinesi, il Po dove si trova. Ah, Claudio, è dura reinventarsi giocatore vero, dopo un infortunio stronca carriera. Ho ancora l'atroce e raggelante grido di dolore nelle orecchie, in un maledetto pomeriggio di aprile. La Vita dona, la Vita toglie e quel Juve – Palermo, ancorchè privo di significati agonistici, passerà alla storia come la gara in cui i legamenti di Marchisio Claudio da Torino, 'n fieul dij nòstr, esplosero con fragore e ineluttabilità.

Fine della storia. In tutta semplicità, fine della storia. Il Principino di prima non c'è stato più, anche se il campione ha necessariamente voluto ritornare atleta ad ogni costo. Anzi, corre voce che abbia pure tentato di accorciare i tempi di recupero e proprio per ciò, abbia avuto conseguenze impreviste e contrarie. Tant'è, per stare in campo e con una maglia pesante come quella bianconera, si deve essere al top e soprattutto non bastano le buone intenzioni. Se il ginocchio si gonfia, non si può insistere. Se la condizione latita, si rischia di uscire dalla partita dopo nemmeno mezz'ora. Che disdetta, ma è un dato di fatto e la squadra non può attendere.

Diffidare sempre dai familiari che si intrufolano nelle faccende del lavoro. Se poi i familiari sono più di uno, apriti cielo! Sono coloro che contano quanti compagni ti precedono nella classifica dei beniamini del “mister”. Quelli che insinuano il tarlo dell'essere trattato male dalla società, dopo anni ed anni dai “pulcini” alla “prima squadra”. Magari con la "fortuna" di Calciopoli che ha accelerato l'inserimento di alcuni giovani, tra cui Marchisio, in formazione. Di ciò vietato parlare! In fondo l'8 juventino era al pari di De Ceglie, Giovinco, Paro, Palladino: senza la truffa calciopolista, quanti di loro avrebbero portato via il posto ai vari Thuram, Ibrahimovic, Emerson, Zambrotta? La risposta soffia nel vento.

Marchisio ha rescisso, Marotta consenziente. Troppo difficile sopportare per la moglie che il marito venisse dopo gli altri centrocampisti. Così ora si vestirà di pelliccia di foca, avvinta da nostalgici ricordi per i portici di via Roma.
Viviamo tempi stravaganti in cui pare che, quando un giocatore emigri verso altri lidi, dopo una lunga militanza, lo stesso abbia diritto ad un bel giro di campo, con i tifosi piangenti e le videocamere dei telefonini bollenti. E' proprio andata male a Platini, a Zoff, a Scirea, essere nati prima. Oltretutto a quei tempi, quando si diceva “basta” era “basta” per davvero. Ora si dice basta, si fa il giro dello stadio e poi si firma un contratto milionario altrove. Allora a che serve il giro? Forse a prendere i tifosi...in giro. Può essere, perché no? Tanto la bocca buona è di tanti, troppi.

Brava Juve che non hai concesso giri ulteriori a chi ha problemi agli arti inferiori, avrebbe potuto mettere un piede in fallo durante il “walk around”. Altro che Zenit, sarebbe stato un vero e proprio Nadìr. Chissà poi che tweets sarebbero usciti dallo smartphone della signora Roberta e quali imprecazioni avrebbe tirato papà Stefano. Meglio così, caro Claudio. D'altronde vuoi dimostrare di essere ancora un calciatore? Buona fortuna e presentati a carriera finita, sempre che ci sia posto, dopo alcune dichiarazioni scellerate secondo le quali, un mendace allenatore facesse passare per infortunato un suo giocatore che era arruolabile. Se alla Continassa hanno preso appunti, la vedo dura, Claudio. Resterà la consolazione dei portici di via Roma, percorsi con “halma”.