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Un concreto maestro, un metaforico allievo. Di norma quel poco in comune sarebbe un pallone che rotola e un po' di urla a bordocampo, ma in Juve-Genoa la sfida è diversa. E' tra accentratori del gioco, è da funamboli del calcio. E' da esteti di un movimento che ha il fine della vittoria, però allo stesso tempo una necessità impellente di farsi bello. Di dover divertire. Di dare qualcosa che sia più del semplice risultato, più del banale compito. 

IL DUELLO - Stupire is the way. Sarri ne ha fatto mantra di vita, dai campi di periferia all'erba dello Stadium tagliata secondo la sua volontà. L'avversario Thiago Motta l'ha invece assorbito in una carriera da montagne russe: il picco Barcellona, poi gli infortuni. Un viaggio a Genova per ristabilirsi e ripartire: Inter, triplete, Psg, altre storie di vittorie. Così tante che perdi il filo dei numeri e dei discorsi. Parigi gli è sembrata pure una buona idea per intraprendere un percorso che aveva ormai in mente da tempo: si è fatto così affidare la squadra Under 19, perché dai ragazzi sapeva di poter apprendere molto di più di quanto un club periferico gli potesse garantire. Silenziosamente, ha modellato talenti e smussato caratteri. La chiamata del Pres Preziosi è stata più una conseguenza. Inaspettata, ma non per questo impossibile da immaginare. 

STUDIATO - Ecco, come si studia un allenatore con una sola partita alle spalle e un'annata di giovanili? Sarri non s'è preoccupato, però s'è sicuramente scomodato: "Abbiamo visto qualcosa dell'Under 19 del PSG per vedere alcuni dettagli che non si sono visti nell'ultima gara", le sue parole in conferenza. In pochi giorni, Thiago ha già inciso sulla sua squadra: palleggio stretto e fasce sfruttate a dovere. E' una sfida di fraseggi, quella di domani allo Stadium. Andreazzoli è stato precursore, Motta può ora dare la spinta finale in quella direzione. Parola (e studio) anche di MS.