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Civili, uomini, donne e bambini inermi quindi innocenti brutalmente torturati, diustiziai cn un colpo di pistola in fronte e gettati in fosse comini a bordo strada. Ciò che è accaduto ieri a Bucha, in Ucraina, è  talmente disumano e bestiale da superare persino il concetto, già di persè ignobile, di guerra. Perché persino le guerre, da sempre, hanno le loro regole. L’esercito russo, per ordine del dittatore oligarca Vladimir Putin, le ha infrante esattamente come fecero i nazisti di Hitler e le squadracce jugoslave con le foibe. Allora quelle stragi vennero definite crimini contro l’umanità e i suoi responsabili giudicati e condannati dalla Storia. E’ tempo di fare lo stesso con chi sta violentando il mondo.

Sanzioni ed embarghi assortiti non sono sufficienti a placare la furia di un uomo che forse sta sfogando anche a questo modo, in suo consapevole status di ammalato di cancro alla tiroide il quale gli impedisce di tenere a bada la sua follia. Certo è che Putin va in qualche modo fermato prima che sentendosi in qualche modo in difficoltà non dia completamente di matto e decida di ribaltare il mondo. Lo spettacolo macabro dell’ultima carneficina ingiustificabile ha fatto il giro del pianeta. L’urlo di orrore è stato totale. Oltre quel limite c’è il nulla e basta.
Ieri, prima di lasciare l’isola di Malta, Papa Francesco ha voluto ancora parlare di questa guerra sacrilega. Le fonti diplomatiche a lui vicine hanno confermato che in Vaticano si sta lavorando per consentire al Pontefice di recarsi in Ucraina e incontrare Zelensky. A questo punto delle cose forse sarebbe più utile e auspicabile che Francesco raggiungesse Mosca e si facesse ricevere da Putin al Cremlino. Il Papa gli potrebbe rivelare per intero il terzo segreto di Fatima sperando che lui sia in grado di comprenderne il significato.