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La Juve riparte dal gruppo e dall'esultanza, rabbiosa, calda, anche insolita, ma importante. Tutti sperano nella scorsa, quella emotiva decisiva per la corsa Champions, una scintilla in grado di far svoltare la Juve in queste ultime cinque partite. Quattro in campionato, in mezzo la finale di Coppa Italia. Ci sono Milan, Sassuolo, Inter, Atalanta e Bologna sul cammino bianconero, non proprio sfide qualsiasi. E qui la Juve si gioca tutto, anche la propria sopravvivenza economica ad alto livello, perché i soldi della Champions League in un momento così sono cruciali. 

Un alleato in più in questa battaglia di 540' lo ha trovato ieri sera: l'abbraccio al 90esimo. Forte e spontaneo, a cui hanno partecipato tutti, per primo Ronaldo. Non si è isolato nella sua esultanza ma si è buttato tra le braccia di Pinsoglio prima e del resto della panchina poi. In mezzo anche Baronio e Pirlo, che a fine partita ha confessato: "Il gruppo c'è, è forte, ha voglia di lottare e di raggiungere obiettivi. Non è mai mancato, magari siamo mancati in mentalità e atteggiamenti non da Juventus. La squadra sa quello che vuole, è unita per la Champions. L'abbraccio finale è importante. Ma mancano ancora partite importanti". Il gruppo c'è, dice il tecnico, anche se spesso non si è visto, spesso ha stentato. Ma ora prova a ritrovarsi in quell'abbraccio.