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La Juve che sta nascendo è sempre più quella di Pavel Nedved. Il vicepresidente bianconero, uomo di fiducia di Andrea Agnelli, ha preso sempre più potere nell'ultimo anno. Le sue dichiarazioni e le sue prese di posizione all'interno della società, lo hanno messo al centro del progetto Juve. E' aumentata la sua importanza, sono aumentate le sue responsabilità. Aumenteranno ovviamente, in caso di insuccesso, le sue colpe. Nedved non ha paura di parlare, di fare polemica, di esporsi. Nedved non ha paura neanche di mettersi 'contro' Agnelli, per cambiare un allenatore. Intanto, si ritaglia anche un ruolo decisivo sul mercato, e fa da ago della bilancia nella guerra, esplosiva, fra Fabio Paratici e il grande ex Beppe Marotta. Ecco le tre mosse con le quali Nedved si è preso la Juve.


LE PAROLE - Durante la stagione 2018-19, il vicepresidente è il primo a marcare il territorio, sottolineando la differenza con Marotta, appena passato agli eterni rivali nerazzurri. "Strano vederlo all'Inter, forse non è mai stato juventino...", è la prima bordata del ceco. Che poi fa una parziale retromarcia. Ma intanto la pietra l'ha scagliata. Il fil rouge prosegue fino a ieri, quando Nedved entra a gambe tese nella vicenda Lukaku, obiettivo di mercato dichiarato dell'Inter di Marotta: "Lukaku? Vediamo, non entro nei dettagli. Ci sono proposte e interessamenti...". 

ALLEGRI - La notte dopo Juve-Ajax 1-2 è quella decisiva. All'interno della dirigenza bianconera, Nedved è il più furibondo, per l'eliminazione e per il modo in cui è arrivata. L'ex Pallone d'Oro non ne può più del gioco di Allegri e spinge per il cambio in panchina. Spalleggiato da Paratici, insiste con Agnelli: sono i giorni del "chi vivrà vedrà", nei quali la posizione di Pavel nei confronti di Allegri è senza ritorno (O me o lui). Alla fine, l'ex centrocampista vince la sua battaglia, ottenendo l'arrivo di un allenatore che possa provare a cambiare il gioco della Juve, rendendolo meno passivo e più propositivo, meno adagiato sull'avversario e più attivo. Più europeo, in una parola. 

IL MERCATO - Quando Paratici viene a sapere che il PSG, con l'avvento di Leonardo, ha cambiato la sua posizione su Matthijs de Ligt, infastidendo Raiola, è proprio Nedved a sferrare l'affondo decisivo per portare l'olandese a Torino. L'incontro con l'amico Mino a Montecarlo è determinante. Così come potrebbe esserlo per definire l'esito di altre situazioni di mercato in futuro, al di là dell'affare Kean in uscita (plusvalenza importante per la Juve). Senza scomodare Pogba, sono tanti i giocatori della galassia Raiola che potrebbero entrare in orbita Juve.  

E così, mentre gli ex amici Paratici e Marotta giocano ormai a carte scoperte, facendosi la guerra su obiettivi comuni (o depistando su falsi obiettivi...), tocca a Nedved sparigliare le carte in tavola. Le sue dichiarazioni e le sue prese di posizione lasciano sempre il segno, come dimostra l'evidente nervosismo di Marotta. E tocca a Nedved recitare un ruolo da protagonista anche sul mercato, accanto a Paratici, decidendo gli acquisti e tenendo conto dei bilanci, una variabile, questa, che potrebbe portarlo ad accettare la cessione di Dybala, da lui sempre difeso e confermato (almeno finora).