DUE CONTRO UNO - Come vi abbiamo raccontato negli scorsi mesi, la parte sportiva della società, rappresentata da Nedved e Paratici, ha spinto per un cambio di rotta in panchina. Allegri incontrò prima Agnelli a cena (mercoledì 15 maggio) e poi la nuova "triade" alla Continassa il giorno successivo. In quell'incontro Max capì che la sua avvetura alla Juve era terminata. Uscì dagli uffici della Continassa convinto, sicuro, che la stagione successiva lui non sarebbe più stato l'allenatore della Juve. Dalla sua parte c'era solo il presidente. Nedved e Paratici non più. Il giorno successivo (venerdì 17 maggio) arrivò il comunicato da parte della società ma Allegri era già certo della scelta che la Juve avrebbe preso.
I SALUTI - Qualche giorno dopo, Agnelli accompagnò Allegri nella conferenza stampa d'addio. Entrambi erano commossi, dopo un percorso non solo sportivo ma anche umano, durato cinque anni. Di fronte a Max, in sala stampa, c'erano tutti i calciatori assieme a Fabio Paratici ma non Pavel Nedved assente, ufficialmente, per impegni personali in Repubblica Ceca. Proprio Nedved e Paratici hanno convinto Agnelli a puntare su Sarri. Una scelta che alla fine ha convinto il presidente tanto che prima della finale di Europa League i tre sono volati a casa del tecnico toscano a Londra per convincerlo a firmare con la Juve.
SARRI C'E' - Missione compiuta, da oggi Sarri è il nuovo allenatore della Juve ma se fosse dipeso da Agnelli, forse, oggi Allegri sarebbe ancora in sella. Il presidente ha scelto tenendo conto anche e soprattutto dell'opinione dei suoi collaboratori più stretti. Resta il fatto che è stato lui a salutare Allegri mentre Nedved e Paratici hanno accolto Sarri nel suo primo giorno alla Juve. Mediaticamente e non solo, non può essere un caso.
@lorebetto