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Pavel Nedved, all'evento di presentazione de "La Casa della Juve" edito da Tuttosport, ha parlato dell'Allianz Stadium e del momento in generale della Juventus. Ecco le sue dichiarazioni al Salone del Libro.

SULLO STADIUM - "Buongiorno a tutti. Se dici Allianz Stadium mi viene in mente casa, che è anche il titolo del libro. La casa è orgoglio, di tutti. Della società, dei calciatori, dei tifosi, dei rappresentanti. Mi viene in mente questo". 

STADI DI PROPRIETA' - "E' lo stadio in cui la Juve è davvero la Juve. Per tutti noi significa grandissimo orgoglio. Dover dare a questa società, supportare questa società. Affinché mantenga lo status di eccellenza. Possiamo viverla sulla nostra pelle allo Stadium. Felicità e orgoglio nel rappresentarla".

SENSO DI APPARTENENZA - "Elemento e simbolo della società? Sì, assolutamente sì. Rappresenta la casa. Ma non solo per noi, ma credo per tutti i tifosi, che vengono allo stadio e la sentono come la propria casa. Vengono a tifare la propria squadra. Quest'appartenenza è talmente forte e importante. Ed è importante che la sentano proprio la squadra e i giocatori. Devono offrire ai tifosi la loro passione, qualcosa di speciale. E avere voglia di offrire alla gente che va allo stadio per divertirsi". 

RESPONSABILITA' - "Sì, lo aumenta. Ma credo che i giocatori debbano essere responsabili comunque. Devono sempre saper rappresentare questi colori. L'orgoglio è per tutti quelli che riescono a raggiungere questo livello di squadra".

INVESTIRE - ​"In Italia ci sono due attori in campo: politica locale e investitori. E' una corsa, un obiettivo a medio termine. Ci servono pazienza, tanti milioni. Ovviamente non si va in contrasto con gli enti sportivi. Se vogliamo offrire un prodotto importante in Italia si deve iniziare dagli stadi. Sensibilità sta maturando bene, siamo consapevoli che bisogna partire da qui"

PER LA CITTA' - "Sì, fa bene alla città, certo. Spero e la mia percezione credo sia giusta: ristoranti, tassisti... quando gioca la Juve, a Torino ci sono più persone. Ed è positivo. Con la pandemia si è un po' congelato. Speriamo che presto tutto possa tornare alla normalità. Con il vaccino siamo sulla buona strada".

ALTRO STADIO - "Per Women e U23? Ho parlato con il direttore, sono contento per come abbiamo presentato la gara delle Women. E' stato uno spot bellissimo e abbiamo ricevuto tanti complimenti. Dall'Uefa e dalle calciatrici stesse. Siamo rimasti contenti. La costruzione di uno stadio più piccolo? Sì, assolutamente sì. Ce l'abbiamo in testa da un po' di tempo. Con la pandemia sono state fermate tante cose. La situazione oggi è drammatica, in futuro speriamo di farlo, devo dire che in questo momento il progetto è fermo".

STADI VUOTI - "E' stato un momento molto difficile, devo dire che noi, come calcio, siamo stati fortunati. Abbiamo potuto svolgere il nostro lavoro diversamente da altri. E' stato molto diverso, senza gente, tifosi, passione. Campionato differente, molto difficile. Devo dire che lo chiamavano il campionato del giovedì, non è stato proprio quello che il calcio deve essere. Aspettiamo tutti. Contenti che il governo ci abbia dato una mano: il 75% è buono, ma aspettiamo tutti. L'auspicio è arrivare al 100%. Sarà molto bello".

EFFETTO STADIUM - "Serve più calore? Certo, serve, vi assicuro che i giocatori lo sentono eccome. Lo sentono tanto. Influisce sulle performance dei giocatori. I grandi giocatori hanno bisogno di motivazioni. Andare oltre le possibilità te lo danno solo i tifosi. Carica importante che senti di dover dare qualcosa in più. Importante per i nuovi e per i grandi giocatori". 

PUBBLICO - "Caricato dai tifosi o dagli insulti? Entrambi. Quando giocavi in casa e sapevi di avere la tua gente che ti dava una mano, era importante. In giro avevi la sensazione di essere apprezzato: i fischi, le contestazioni ti davano una forza maggiore, volevi dimostrare che ci sei e che vali".

STELLA ALLO STADIUM - "Capisco la sensazione, è bellissima, avere una stella in uno stadio e in una società e club così importante ti dà la sensazione di orgoglio e pelle d'oca quando vedi una cosa del genere. Molto orgoglioso di averla, tutti i tifosi hanno votato per averla lì. E' bella per tutti quelli lì e possono vederla. Un'iniziativa da apprezzare".

ANEDDOTO - "Nel 2005 è venuto Sivori, c'era Capello e ci allenavamo ancora alla Sisport. Siamo stati fortunati a fare una foto con lui, insieme a Thuram. Eravamo su di giri. Rispettiamo tanto chi ha fatto la storia della Juventus"

LEGAME JUVE - "Così legato alla Juve? Non è facile da spiegare, è molto bella. Da 20 anni qui, uno straniero che è stato preso come uno di casa. Mi fa ancora oggi emozionare. Devo ringraziare tutta la gente, tutto il popolo juventino, la famiglia Agnelli sempre molto vicina. Mi hanno dato questa possibilità, lavorare per la Juve. Sono molto orgoglioso di questo. Molto responsabilizzato. In campo e lo sono anche oggi fuori dal campo. Senso di responsabilità, restituire qualcosa alla gente che mi ha voluto bene. Significa molto".

LE GRANDI JUVE ALLO STADIUM - "Avrebbero fatto di più? Credo che quelle squadre abbiano fatto abbastanza. Sono state brave e forti. Magari sì, mi sono immaginato tante volte sul campo con il pubblico così vicino, ti dà qualcosa di grande in più. Credo che tutti gli stadi al mondo, con gente vicino, hanno qualcosa in più. E' importante avere la gente così vicino in casa per i giocatori. Possiamo essere felici, fortunati di avere una proprietà che 10 anni fa ha pensato di costruire un gioiello di cui godere tutti, tifosi e calciatori".

AMICHEVOLI - "Sì, l'erba la conosco. Mi piaceva giocare con la pressione, nelle amichevoli non ce l'hai. Comunque cerchi di offrire alla gente qualcosa alla gente, di divertimento. La gente viene per quello. Sempre cercavo e cercavamo di offrire qualcosa alla gente che veniva a vederci".

EMOZIONI DA STADIUM - "Emozione? Siamo invecchiati, vediamo ragazzi andare così veloci e non sarei in grado di stare così indietro. Soprattutto i primi anni, dove ti senti ancora ex calciatore e non sei neanche pronto per il ruolo di dirigente, devi imparare e capire le cose. Quei due, tre anni le gambe vanno avanti e qualche calcio lo dai ancora. Sono belle sensazioni". 

STESSI POSTI - "Scaramanzia nel calcio esiste e ce ne sono tantissimi di scaramantici, calciatori e dirigenti. Ognuno di noi pensa di aiutare così la squadra. Io prendo sempre le scale, Arrivabene l'ascensore". 

PUNIRE I RAZZISTI - "La strada giusta è quella di individuarli, giustissima. Abbiamo un impianto con telecamere, tecnologia, riusciamo a identificare questi soggetti, a dare una mano, a punirli. Credo che tutti debbano farlo. Sono investimenti, pochissimo rispetto a quanto si spende. E' il minimo per il mondo di oggi".

ESULTANZA IN TRIBUNA - "Qualcuna che mi è rimasta nel cuore? C'è una sequenza fotografica che vedo ogni volta che entro nell'ufficio del Presidente. Siamo tutti lì, non ricordo la partita, ma sono belle emozioni. Allo Stadium abbiamo potuto esultare tantissime volte. Se volevi citare prima dei numeri, li abbiamo guardati con Claudio Albanese ieri, sono impressionanti: 3 anni di zero sconfitte, altri 3 con una sola sconfitta. Numeri impressionanti. Stadium è proprio la casa nostra".

VALORE AGGIUNTO - "Lo stadio che mi piace di più? Mi piaceva giocare, e storicamente è nel mondo del calcio, al Bernabeu. Sono stadi dove vai oltre quello che sai fare. Le gambe vanno da sole. Sempre bello giocare lì. La paura del Bernabeu? Fa impressione. Entro dentro, guardi su, la tribuna non finisce mai. E' il doppio del nostro stadio. Sempre bello giocare lì. Old Trafford? E' la storia che si respira in Inghilterra. Se ci pensi, lo United è una squadra storica, così come il Real, la Juve. Il Barcellona. Il Bayern Monaco. Sono squadre che storicamente hanno qualcosa in più, così le vedo io".

STADI PIU' BELLI - "Ormai credo che in Europa, anche quando vai all'est e io l'ho conosciuto diversamente, tutto è migliorato tanto. Hanno investito molti soldi e hanno fatto bene. Ora il calcio è veramente uno spettacolo. In giro per l'Europa è bello dappertutto. Praga? Sì, è cambiato anche lì. Ce ne sono due, vogliono farne uno per la Nazionale. Sono contento della decisione".

IL PRIMO STADIO - "Ancora emozionante? Il primo stadio non aveva neanche la tribuna, ci torno sempre volentieri. Sono andato 3 anni fa. Ma quando vado dai miei genitori vado sempre al campo dove mi portava papà. C'è ancora. Nuovi Nedved? Sono dappertutto, basta non essere ciechi e vedere. Il talento ci sarà sempre".

LA PARTITA PIU' BELLA - "Con il Chelsea, l'ultima, abbiamo vinto. Come dice il Presidente: la più bella è la prossima. Qui è l'ultima. Le vittorie sono tutte belle, devi tirar fuori una vittoria è difficile. Soffri e vinci, giochi da Dio e vinci: vale lo stesso. La bellezza è nella vittoria, è il dna della Juve e devi mantenere questo". 

JUVE-ROMA - "Sarà sicuramente bellissima, invito tutti. Si affrontano due squadre con tecnici vincenti. Prepareremo qualcosa di speciale, sarà una partita da vedere".

FASE DI ASSESTAMENTO - "Superata prima fase? Questo lo vedremo. L'assestamento ci sta, anche se è Max è stato cambiato l'allenatore. C'è bisogno di tempo. Bisogna solo non fermarsi. Gli altri corrono, ora non dobbiamo fermarci". 

PROGETTO JUVE - "Certo, mi piace. E' un principio: correre e dare tutto, base della partenza. Ma non basta quello, va aggiunto altro. I giovani? Giusto, in questi anni hai vinto tantissimo con una squadra molto esperta. Tanti giocatori hanno lasciato il calcio, lo stanno lasciando. Stai cambiando e stai costruendo qualcosa di importante. I tempi della Juve non si fermeranno mai. Va avanti su tutti, ha investito su giocatori importanti. Ha difficoltà ma il futuro è tutto della Juve". 

OBBLIGO DI VINCERE - "Non c'è nessuna paura, noi siamo stati criticati negli ultimi due anni per i risultati ma spero che tutti si siano accorti che abbiamo portato uno scudetto, due coppe. E altri in 10 anni non hanno vinto niente. Va bene la critica, ma sia giusta. Siamo abituati, conviviamo con la pressione di dover vincere. Siamo abituati e non ci tocca. Chi vuole giocare e lavorare alla Juve deve essere consapevole. Essere forte internamente e non deve avere paura".

SITUAZIONE EUROPEA - "Domanda complessa, il Fair Play Finanziario non funziona. L'Uefa spero si sia accorto che non funziona. L'idea giusta del calcio è spendere ciò che ricavi. Autofinanziamento. Giusto da fare e portare avanti. Non spendere di più, è una linea che dobbiamo avere".

PALLONE D'ORO - "Perché è al Museo? Non è mio, è nostro. L'ho sempre visto come un trofeo, anche se personale, ma appartenente anche ai miei compagni. Senza di loro non l'avrei mai vinto. Per quello credo sia giusto che sia lì, appartiene a tutti. Ai tifosi, ai giocatori che arrivano, che portano rispetto quando parlo con loro. Io anche con loro: il rapporto è bellissimo. Vedere i nuovi che lo guardano fa effetto. Il primo pensiero: puoi vincerlo anche tu, tu che lo stai guardando! Lo può vincere chiunque. Basta allenarsi, dare tutto, se sei alla Juve sai giocare. Ora serve qualcosa in più". 

ANGOLO DEL MUSEO - "L'ultimo mi piace di più. La proiezione ti fa vedere la sensazione della gente che incita i giocatori. L'ho visto tantissime volte, con tante persone. E' molto bello vivere questa sensazione, è la stessa dei giocatori".