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"E tuttavia sulla presenza va detto anche subito, e in premessa, che ciò che si sospetta da sempre - cioè la presenza di un fiorente spaccio di sostanze stupefacenti sugli spalti delle curve dell'impianto di Fuorigrotta - siano alla fine un po' come il mostro di Loch Ness: tutti ne parlano, qualcuno dice di averlo visto, ma alla fine nessuno riesce a trovarlo. Non servono certo indagini sotto copertura o microspie per rendersi conto che - anche durante lo svolgimento delle partite - nelle curve c'è chi fa abbondantemente uso di droghe, soprattutto leggere. Gli spinelli vanno e vengono nei 90 minuti di gioco. Anni fa ci fu qualche «gola profonda», all'interno delle sigle del tifo organizzato, che parlò anche di spaccio: e cioè di cessione di bustine di hashish e marijuana, ma anche di «pallini» di coca vendute peraltro a buon mercato, un po' come avveniva nelle peggiori piazze di spaccio delle Vele di Scampia: 25 euro a dose. Eppure l'indiscrezione non è stata accompagnata mai da alcun riscontro investigativo e tanto meno giudiziario. E però è un fatto che la droga riesce a entrare tranquillamente nello stadio di Fuorigrotta. E che, spesso, costa ormai anche meno di un biglietto di curva. Il fenomeno della presenza di droghe in alcuni settori del tifo ultrà è ben noto: ma solo sotto forma di consumo. Questo vuol dire che ancora non si hanno riscontri su episodi di cessione di sostanze stupefacenti. C'è anche chi fa notare che organizzare una vera e propria «base di spaccio» in un settore sportivo capace di ospitare qualcosa come ventimila tifosi equivarrebbe a un suicidio: troppi rischi".

E' quanto riporta Il Mattino in merito allo spaccio allo Stadio San Paolo di Napoli, il tutto in seguito alle pesanti dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis.