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Napoli-Juventus è stata, in 90 minuti, la metafora perfetta degli ultimi anni della gestione Andrea Agnelli e, probabilmente, non sarebbe potuto andare diversamente l’ultimo match dell’ormai ex presidente bianconero. Si chiude il sipario, dunque, in attesa che si riapra il 18 gennaio e che sul palco si presenti il nuovo numero 1 della Vecchia Signora, Gianluca Ferrero. Si chiude il sipario, come dicevamo, ma con un botto, come quando qualcosa a livello meccanico non funziona, si rompe e trascina giù tutto quanto.
 
Confusione, poche idee, errori: si sono visti in campo ieri sera al Maradona, si sono visti negli ultimi anni della gestione Agnelli. Non si può dimenticare il percorso vittorioso, i 9 scudetti e i tanti trofei conquistati in tutte le categorie, nonché la crescita esponenziale del club. Altrettanto, però, il giudizio non può essere parziale e, anzi, si deve concentrare su quanto si lascia: un disastro.
 
Processi, caos, una gestione sportiva ed economica che lascia più di qualche dubbio. A partire da un progetto tecnico che non c’è più stato: da Sarri a Pirlo, per poi arrivare al ritorno di Allegri. Eccoci, il ritorno di Allegri, uno dei grandi errori della gestione Agnelli: segno di mancanza di una visione, ci si è rifugiati nell’usato assicurato senza però considerare che il tempo passa per tutti.
 
Non poteva finire altrimenti, deve ricominciare in modo diverso. Dal 18 gennaio, ufficialmente, comincia una nuova fase: umiliazioni come quelle del Maradona non potranno più essere tollerate.