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Il gol che Musiala, 18 anni tra due giorni, ha segnato contro la Lazio in Champions, ha scaldato il popolo della Juve. Cosa c’entrano i tifosi bianconeri con le prodezze di un giovane talento del Bayern? Niente, almeno in modo diretto. Indirettamente, però, quella rete fornisce loro un assist per criticare Pirlo su una questione alla quale tengono tantissimo, e non da adesso: possibile che la squadra campione del mondo butti dentro un ragazzino ancora minorenne e la Juve continui a tenere fuori Fagioli? Da qui il dibattito si allarga. Dicono anche: è sbagliata la mentalità del calcio italiano, che non ha il coraggio di puntare sui ragazzi. Eppure, a nostro avviso, ci sono validissimi motivi a sostegno della scelta di Pirlo su Fagioli.

Perché un ragazzino giochi titolare in una grande squadra, una di quelle che non può fallire una partita senza che si scateni un polverone, deve avere qualità tecniche eccezionali e straordinaria maturità. Bisogna che sia, insomma, un piccolo fenomeno, con i piedi e con la testa. Musiala evidentemente lo è se è vero che, pur avendo due anni in meno di Fagioli, si è subito guadagnato spazio nel Bayern (e comunque nel caso in cui Flick avesse avuto la squadra al completo il ragazzino non avrebbe giocato, perché al suo posto ci sarebbe stato magari il vecchio Muller). Lo stesso discorso vale per situazioni simili che riguardano i club di primo piano: Foden nel City, ad esempio, o anche Sancho e Haaland nel Borussia Dortmund, tutti classe 2000 e tutti titolari (o quasi) da tempo.

E’ Fagioli all’altezza di questi campioni o campioncini? Probabilmente no. Magari potrà diventarlo con il tempo, entrando pian piano in contatto con la prima squadra e acquistando sicurezza e personalità, ma oggi non ha dato segnali di essere un crac come i giovani che abbiamo citato. Ha mostrato ottime cose in Primavera, anche in Serie C, però qualcuno deve porsi la domanda su quanto grande sia la differenza tra questi campionati e la Serie A, a maggior ragione se la squadra in questione si chiama Juventus (visto ad esempio Tonali come sta faticando nel salto dal Brescia al Milan? E lo stesso Kulusevski finora non è certo quello di Parma).

Non condanniamo dunque Pirlo perché tiene fuori Fagioli, e non trattiamo il nostro calcio come se ostacolasse i giovani: a volte permettere loro di crescere con calma è saggio, altrimenti rischiano di bruciarsi. Pochi giorni fa abbiamo dovuto purtroppo raccontare la storia di Sartor, finito agli arresti domiciliari per droga. Era considerato il difensore migliore del nostro calcio già a 15 anni, la Juve lo acquistò per un miliardo e lo fece debuttare in A a 17. In quella partita sbagliò tutto e ne uscì annientato: non ha mai più giocato una partita di campionato con la maglia bianconera. Quello che gli è capitato dopo, compresa l'ultima brutta storia, ovviamente non c'entra nulla con questo. Ma la sua carriera, questo sì, ebbe uno stop molto brusco a causa di quella partita andata male. A conferma che con i giovani occorre coraggio, ma serve anche cautela.

@steagresti