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Gonzalo Higuain e Maurizio Sarri. Insieme, una sol cosa. Il Pipita e il tecnico che come nessuno ha saputo esaltarlo in campo, facendolo arrivare al record assoluto di gol in Serie A in una singola stagione. Furono 36 con quel Napoli, una cifra che oggi sembra difficile da raggiungere anche per un marziano come Cristiano Ronaldo.


L’allenatore se lo è fatto prendere al Chelsea, poi lo ha ritrovato e felicemente trattenuto alla Juve. Higuain è il suo centravanti tipo, l’attaccante centrale perfetto per il suo gioco, con quella abilità unica di segnare, feroce e assassino in area di rigore, e allo stesso tempo cucire il gioco tra i reparti. Ma non c’è solo questo. Higuain è un figlioccio per Sarri, che lo abbracciava e ne parlava bene da allenatore del Napoli, pubblicamente, anche dopo il ‘tradimento’, l’arrivo in bianconero, che tanto aveva fatto infuriare i napoletani. Il loro rapporto è speciale, va oltre quello che normalmente c’è tra un giocatore e il suo allenatore. “Ho letto che ho litigato con tutti, ma lui è l'unico con cui litigo. E' sempre stato così, lui necessita un contraltare aggressivo. E’ uno da bastone e carota - ha detto oggi Sarri in conferenza stampa - va coccolato e battuto. E' un ragazzo sensibile e aiutato, ma quando si esalta bisogna rallentarlo”.


Un rapporto, dunque, vero, fatto di confronti, anche accesi, di consigli, di rimproveri, tirate d’orecchie, lodi. C’è tutto, coniugato però nel personale. Se si arriva a litigare, è perché Sarri e Higuain non si nascondono, non usano facce finte per parlarsi. Maurizio sa come pungolare Gonzalo, conosce tutte le sue corde, i punti in cui è più sensibile. Domani, nella decisiva partita con il Milan, senza Dybala, Higuain guiderà l’attacco della Juve. Di sicuro, prima del fischio di inizio, lancerà uno sguardo a Sarri. D’amore, qualsiasi cosa si siano detti negli spogliatoi.