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"Ciao a tutti, 

Non è facile per me scrivere questa lettera. In primis voglio ringraziare tutte le persone che hanno creduto in me, che hanno puntato su di me e che mi hanno trattato benissimo affinché io fossi felice alla Juventus e a Torino.

Grazie al presidente Andrea Agnelli, a Pavel Nedved, John Elkann, Giuseppe Marotta, Matteo Fabris (il team manager, ndr) e, soprattutto, a Fabio Paratici e Javier Ribalta (responsabile degli osservatori internazionali, ndr)… Grazie a tutte le persone che lavorano per questa grandissima società che è la Juventus. Magazzinieri, fisioterapisti, dottori, corpo di sicurezza, cuochi… Insomma grazie a tutti coloro che fanno parte della Juve. Grazie ovviamente a tutti i tifosi juventini di tutto il mondo per il grande sostegno e l’affetto incondizionato che non mi hanno fatto mai mancare. Grazie all’allenatore per la fiducia riposta in me e per avermi fatto diventare un calciatore migliore, ai capitani per prendersi cura di me con tanta dedizione e ai miei compagni di squadra per tutti gli incredibili giorni passati con loro, perché è stato spettacolare vincere con loro. 

Rimango segnato da questa società, dalla sua storia e da tutti voi. Ovunque mi troverò mi sentirò sempre uno juventino e potrò dire orgoglioso e ad alta voce che ho indossato la maglia della Juventus e di essere stato campione con questa squadra. Grazie a tutti per avermi permesso di essere parte di questa famiglia.

Grazie ancora una volta a tutti per avermi permesso di far parte di questa famiglia. 

Con tutto il mio affetto, 
Alvaro Morata".


Così scrisse Alvaro Morata nella sua lettera d'addio alla Juve il 24 giugno 2016. Un arrivederci, a questo punto.