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Ronaldo? Assente, ha contratto il Covid-19. Dybla? A mezzo servizio, zero minuti con la Nazionale argentina a causa di un problema gastrointestinale. Rimane Alvaro Morata, che alla luce di una serie di eventi poco fortunati, diventerà titolare nella sfida di Serie A contro il Crotone. Una chance d’oro per lo spagnolo, un tiro libero che non può sbagliare per dimostrare di non essere stato solo una scelta di ripiego sul mercato. Resta solo da capire chi lo supporterà, anche se più le ore passano più il quadro offensivo si va delineando, con Pirlo che potrebbe varare il tridente dei nuovi acquisti Chiesa-Morata-Kulusevski.

LA MISSIONE DI MORATA - Tutti si ricordano la telenovela estiva per il numero 9 bianconero. Prima Milik, poi tutto su Dzeko e Suarez, il primo saltato per colpa dello stesso polacco, il secondo per tempistiche troppo ristrette (e l'inchiesta per il passaparto è ancora in atto). Nel mezzo tanti nomi che hanno partecipato al casting: Cavani, Raul Jimenez, Lacazette, Zapata e Morata. A spuntarla è stato proprio colui che aveva già vestito la maglia della Vecchia Signora, ufficializzato in un caldo 22 settembre con tutte le premesse di chi riabbraccia un figliol prodigo. 10 milioni per il primo anno di prestito, altri 10 per l’eventuale secondo e 45 milioni di diritto di riscatto (35 nel caso in cui venga opzionato il secondo anno di prestito). Una formula creativa, furbescamente adottata da Paratici e che mette alle spalle Morata. Perché nessuno obbliga la Juve a riscattarlo. Anzi, a ripensarci solo una persona può ribaltare lo scenario, lo stesso Morata, che ha il compito di tramutare il diritto di acquisto in un implicito obbligo, supportato e guadagnato attraverso il campo e le vittorie. Dimostrare di non valere l’etichetta di ‘seconda scelta’. La missione è chiara per Morata, e Crotone è la prima tappa dell’opera di persuasione.