commenta
Una frase. Quella frase: "Era un rigore imbarazzante". E via col cartellino rosso. Alvaro Morata dice addio al derby. Ecco, ha fatto la frittata. Il danno e la beffa, dal sorriso per il gol del vantaggio alla rabbia per quel penalty mancato. Nei minuti di recupero dell'1-1 col Benevento l'attaccante spagnolo si era scontrato in area con Tuia finendo a terra. Pasqua ha lasciato proseguire tra le proteste generali dei giocatori bianconeri, ma Alvaro era il più arrabbiato. E infatti, tre minuti dopo, a partita già finita, si è preso l'espulsione.

LA REAZIONE - Istinto, come quel sinistro che ha infilato Montipò. Bellissimo il gol, evitabili tutte quelle proteste. Era necessario, poi, continuare anche dopo il fischio finale? Forse no. Decisamente no. Segno che quel bomber che l'ha Juve ha ripreso a braccia aperte qualche mese fa deve ancora migliorare sotto l'aspetto psicologico. "Nel finale abbiamo avuto momenti di poca lucidità - ha detto Pirlo nel post partita - mentre dovevamo pensare solo a fare gol". Messaggio diretto - anche - ad Alvaro, che con quel rosso ha messo nei guai la Juventus.

ADDIO DERBY - Già, perché lo spagnolo - che ha segnato 8 gol su 23, un terzo di tutta la squadra - sarà squalificato per la gara col Torino in programma il prossimo 5 dicembre. Proprio lui, l'uomo più in forma della squadra salterà una delle partite più importanti della stagione. Per il morale, più che per la classifica. Perché un derby è sempre un derby, da lì può dipendere l'andamento di una stagione intera. E poco importa se gli obiettivi di Juve e Toro sono diversi. Pirlo avrà una settimana di tempo per capire come cambiare l'attacco senza Morata, nel mezzo la gara con la Dinamo Kiev dove l'allenatore avrebbe risparmiato volentieri lo spagnolo ma a questo punto giocherà dal primo minuto.

PRIMO STOP - Poi Alvaro andrà in contro al turno di stop. Il primo da quando è tornato in bianconero. Maledetta espulsione. Finora aveva sempre giocato, in campionato e in Champions: 11 partite della Juve e 11 partite di Morata (senza considerare il 3-0 a tavolino col Napoli, ovvio). Pirlo l'aveva schierato anche contro la Roma, quando l'ex Atletico aveva debuttato con soli tre allenamenti alle spalle. E qualcuno aveva già storto il naso. Oggi si sono ricreduti tutti, Alvaro è il nuovo bomber della Juve. Ma il "rigore imbarazzante" era meglio non chiederlo.