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Diciamolo: la Juve, ieri sera contro l’Atalanta, è stata fortunata. Ma come? Le occasioni create e sbagliate, il rigore sciagurato di Ronaldo? No. È stata fortunata perché in infermeria c’è finito solo Arthur. Vedendo come giocavano e sono stati lasciati “giocare” gli orobici, gli infortunati potevano essere molti di più. Senza lasciarsi intimidire da un gioco intimidatorio, fra i bianconeri, comunque qualcuno è apparso un tantino timido. O meglio in soggezione.

ESEMPIO PRATICO - Prendete Morata, che spesso preferisce passare la palla a Ronaldo, anche quando potrebbe concludere. Ieri sera, lo ha rifatto. L’altruismo è un bene, ma non si addice alla voracità e alla furia dei grandi centravanti, che, quando possono, scelgono sempre di tirare.

IL PRECEDENTE - D’altra parte Morata, di cui non si può che parlar bene, non è nuovo a quest’eccesso di generosità. Anni fa, alla sua prima apparizione a Torino, un giorno Tevez gli disse: “Ogni tanto la palla la devi anche passare e non provare sempre a tirare in porta.” Allegri racconta che nelle partite successive Morata non tirò più in porta. Allora era molto giovane, ora ha qualche anno in più ed è, giustamente, considerato un ottimo giocatore: può permettersi di tirare anche accanto a CR7.

COLPA ANCHE DI PIRLO - La soggezione nei confronti di Ronaldo, ieri sera è andata in scena anche un’altra volta. Non erano né Morata, né Chiesa a dover essere sostituiti: era lui. Non c’è nulla di male a steccare una partita, perché ogni tanto si può pensare che, se ti manca il cilindro, il coniglio è difficile tirarlo fuori. Il cilindro non c’era, perciò era probabile che la magia non si sprigionasse. Per converso, i 6 minuti concessi a Dybala sono stati tutt’altro che magici. Desolanti, non per colpa sua. Ci deve essere qualcun altro, nella Juventus, oltre a Morata a nutrire un po’ di soggezione per Ronaldo.