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«Condotte come quelle dell’Uefa sarebbero considerate un boicottaggio in qualsiasi altro ambito economico, perché non nel calcio?». E' la domanda della svolta, la domanda portata avanti dal giudice svedese Nils Wahl, che ha portato a una risposta piuttosto evasiva da parte della Commissione Europea, che spalleggia l’Uefa nel procedimento, e a un conseguente rimprovero per la Commissione per non aver fornito indicazioni chiare sul fatto che l’Uefa stesse concretamente violando la normativa antitrust dell’Unione Europea, scrive Tuttosport. Di questo, infatti, si dibatte: il nocciolo della questione davanti alla Corte Europea è l’ipotesi di monopolio e di abuso di posizione dominante da parte dell’Uefa. Ed è ciò che può far saltare l’Uefa di oggi.

I FOGLI - Come scrive Tuttosport: "Gli avvocati della Super League hanno infatti chiesto in modo retorico se, secondo loro, l’Uefa avrebbe mai permesso una qualsiasi alternativa alla Champions League. E gli stessi legali hanno risposto esibendo la circolare: «No. E lo ha detto la Uefa stessa in un suo documento sull’autorizzazione delle competizioni internazionali pubblicato il 13 giugno». In quella circolare, l’articolo 7.4 stabilisce, nero su bianco e firmato da Aleksander Ceferin in persona, che «l’autorizzazione a qualsiasi competizione Internazionale per club sarà soggetta alle seguenti condizioni cumulative in modo che non influisca negativamente sul buon funzionamento della Champions League». E l’elenco delle condizioni è identico a quelle richieste dalla Champions League. Insomma: «Non avrai altra Champions al di fuori di quella dell’Uefa»". Ed ecco che in quei fogli potrebbe essere riconosciuta una grave violazione delle leggi sulla concorrenza. 

L'UDIENZA - La seconda e ultima udienza del caso Uefa-Superlega quindi non sembra essere andata molto bene per l’Uefa, anche perché che la Super League ha chiarito che il torneo che vorrebbe organizzare non sarebbe «chiuso», ma un formato diverso rispetto a quello provvisorio dell'aprile 2021, non vincolato ad alcun formato specifico ma ripensato con un meccanismo di promozioni e retrocessioni, che possa tener conto della meritocrazia secondo «modello sportivo europeo».

I DATI - Il 15 dicembre arriverà il parere dell’avvocato generale della Corte Europea, che - si legge - nell’80% ha un parere che coincide con quello dei giudici e poi 40/45 giorni dopo è atteso il pronunciamento della Corte. "Ipotesi? Ieri c’era chi diceva che lo statuto dell’Uefa non può passare indenne dal procedimento e che qualche cambiamento dovrà avvenire. Se questo porterà proprio alla Superlega, a qualcosa di simile o solo a una riforma dell’Uefa dipenderà dalle idee che i giudici hanno iniziato a formarsi ieri e l’altro ieri", chiosa Tuttosport. 

IL RETROSCENA - Emerge anche un retroscena: gli avvocati della A22 (la società spagnola che sta dietro la Super League) hanno raccontato di un Ceferin che avrebbe detto agli organizzatori di un torneo amichevole negli Stati Uniti che «se avessero lavorato con i tre club della Super League (Juventus, Barcellona e Real Madrid) l’Uefa non avrebbe avuto alcun rapporto commerciale o personale con loro».

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