commenta
Luciano Moggi ha parlato tramite le colonne di Libero, nel suo consueto editoriale, circa il problema delle presunte collusioni tra l’attuale presidente della Juventus Andrea Agnelli e parte della tifoseria organizzata. L’ex Dg ha voluto mettere in guardia, spiegando come si stia ricreando la stessa situazione vissuta nel 2006, con gli stessi presupposti e con la Juventus a fungere da capro espiatorio perchè vincente e antipatica a tutti.
“Quanto scriviamo non deve esser considerato a difesa della Juventus ma di qualsiasi società affiliata alla Federcalcio. Il regolamento vieta di "avere rapporti con i tifosi" ma non spiega come difendere i propri tesserati da costoro. Sembra quasi un modo per dire "arrangiatevi" salvo poi subire provvedimenti federali. Nel caso di lancio di petardi infatti scattano multe e disordini reiterati prevedono la squalifica del campo. Se qualcuno per non incorrere in sanzioni cerca di tenere buone le curve magari dando qualche biglietto infrange le regole e può essere deferito. Si dovrebbero fare indagini al tappeto per estirpare il fenomeno, ma non su una singola società come sta avvenendo adesso: troppo facile confezionare un capo d’accusa isolando il resto del mondo calciofilo e darlo in pasto ai media per creare il famoso sentimento popolare. Proprio come nel 2006, quando la Juve vinceva ed era antipatica”.

Secondo l’ex direttore, è uso comune da parte di tante società dalla A alla Lega Pro ammorbidire i rapporti con le frange più dure delle tifoserie riservando qualche biglietto:si fa, per non incappare in gesti di protesta che porterebbero alla conseguente squalifica del proprio impianto di casa. Moggi poi aggiunge: “Può succedere di parlare con individuo che abbia la fedina penale sporca, l’unica soluzione sarebbe chiedere all’interlocutore il proprio certificato penale, ma ovviamente va contro la privacy di ognuno. I personaggi pubblici appena escono di casa sono sommersi da richieste di autografi e selfie, alla Bindi, la presidente dell’antimafia, non sarà mai capitato, ma nel calcio è all’ordine del giorno: può capitare perciò di incappare in gente proprio non pulita”.

Infine una frecciatina su altri fatti successi nel nostro calcio, che però, secondo la sua versione delle cose, hanno avuto molto meno impatto mediatico: “Sarebbe interessante capire perché, in un altro caso, per un personaggio quantomeno scomodo che stava a bordo campo a seguire le partite, non sia stato chiesto al presidente di quella società quello che adesso viene chiesto ad Agnelli”.