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A Calciomercato.com, Alessandro Moggi ha raccontato il suo momento. Tra le scorie di Calciopoli e suo figlio, Luciano, che intraprenderà la stessa professione del nonno. Ecco un piccolo estratto. 

POST CALCIOPOLI - "Come ho resistito? Sono passati tredici anni e ogni volta che racconto di quel periodo i ricordi sono sempre un po’ più  sfuocati. Una cosa, però, resta nitida: dal maggio al luglio del 2006 tra indagini, perquisizioni e inchieste fui oggetto di una violenza notevolissima. Mi arrivò anche una squalifica di due anni, ma la richiesta era di quattro. Ce la feci grazie al carattere che, grazie a Dio, i miei genitori mi hanno dato. Fortunatamente capii presto che non ero stato abbandonato dai miei clienti calciatori. E questo era avvenuto perché ho sempre lavorato con correttezza, trasparenza, onestà e credibilità. La loro fiducia fu fondamentale non solo per ripartire, ma anche per tutto il resto. Una volta vidi un servizio su Ronaldo il fenomeno che parlava dei suoi malanni alle ginocchia. Raccontava le ansie e i tormenti. “Alla fine, disse, ho vinto io”. Ecco di Calciopoli penso la stessa cosa: ho vinto io. Come credo che Calciopoli mi abbia reso un uomo migliore".

UN NUOVO CALCIO - "Io credo che siamo di fronte ad una ripartenza del calcio italiano e che, al di là di qualche risultato sportivo da conquistare, la strada sia quella giusta: aumentano i fatturati e i fatturati spingono il mercato. Si può fare di più per quanto riguarda i diritti televisivi, specialmente con l’estero. Tuttavia Cristiano Ronaldo che sceglie la serie A significa che anche altri grandi campioni possono esserne attirati".

CHAMPIONS - "Per quanto sia banale ribadirlo, a Madrid si è giocato solo il primo tempo di una partita che dura 180 minuti. La situazione è complicata, non compromessa. Certo, se la Juve che domina il nostro campionato, venisse eliminata adesso, il segnale sarebbe negativo anche per il nostro calcio. Chi la vince? Fino a qualche giorno fa avrei detto Juventus. Oggi penso che la Juve resti tra le favorite perché, per me, non è ancora fuori. In ogni caso mi sono fatto un’idea: chi passerà tra Juve e Atletico alzerà il trofeo".

COME ALLEGRI E CONTE - "Credevo in Liverani? Senza dubbio. Diciamo che ha confermato le idee che avevo su di lui. Lo stesso che pensavo di Max Allegri e di Antonio Conte. Quando hai ammucchiato un po’ d’anni di esperienza, lo capisci quando ancora sono calciatori cosa faranno dopo. Perché vedi, perché annusi. Come dissi all’epoca di Allegri e Conte ripeto che anche Liverani diventerà un grande allenatore".

IL FUTURO DI MAX - "Rischiano di dividersi? Per me no. Allegri ha vinto talmente tanto che la Champions non dico possa essere irrilevante, ma quasi. Nel mondo vedo pochi allenatori bravi come Max. Secondo me, né lui, né la Juve pensano di dividersi".