commenta
L’ex dirigente bianconero Luciano Moggi, dalle colonne di Libero, offre la propria opinione sul caso Bonucci. Di seguito alcuni passaggi chiave del suo editoriale.

Più che il pianto dei tifosi juventini, sul trasferimento di Bonucci al Milan vanno evidenziate alcune anomalie che riguardano le regole sulla materia. E’ vero che l’azienda calcio è atipica, non c’è però dubbio che rispetto ai club i giocatori siano dei dipendenti (…). Se l’atleta stipula un contratto pluriennale con la società (in genere tutti cercano di vincolarsi più a lungo possibile) dovrebbe essere tenuto al rispetto del medesimo. Nel caso in cui il giocatore chieda di essere ceduto, ancorché in costanza di contratto e contro la volontà del club, nessuna norma si erge a tutela della società. Il giocatore può solo essere tolto dal gruppo di lavoro ma deve essere allenato da un mister di pari categoria, con il rischio per il club di essere accusato anche di mobbing. Qualora fosse invece la società a voler cedere il calciatore contro la sua volontà, quest’ultimo può esigere il rispetto del contratto da parte del datore di lavoro facendo perno sulla firma contestuale".

"Ci sembra piuttosto evidente come le attuali leggi calcistiche tutelino molto di più i giocatori. Per loro, a corredo della volontà di andarsene, è sufficiente accampare le solite banali scusanti di un cambio di vita necessario prendendo spesso a pretesto la famiglia che non si trova più bene là dove qualche tempo prima si era magari accasata con entusiasmo. Per questo non ci sembra particolarmente difficile risalire allo scopo vero che l’atleta persegue: sottoscrivere un nuovo contratto più lungo e più ricco (…). Esplicando la carenza di regole, non vogliamo dire che questo sia il vero motivo del trasferimento di Bonucci al Milan, sicuramente però è una concausa. Magari hanno influito anche certi episodi, dall’esclusione ad Oporto in Champions fino alla lite di Cardiff". 

"Considerando che tali eventi ci riconducono ad Allegri, può darsi che il mister non abbia avuto la personalità giusta per ricompattare l’ambiente nell’interesse suo e della società. Solo così si può spiegare la cessione al Milan del miglior difensore italiano (…). I tifosi hanno però memoria corta, non pensano a ciò che è stato fatto, vorrebbero tutto e subito, senza tener conto che esiste un pallone in campo ma anche una contabilità in sede. Erano felici quando la Juve fece il colpo Higuain, meno ora per aver perso Bonucci. Allora i napoletani invocarono tutto il male possibile per Gonzalo, eppure il Napoli ha fatto un buon campionato anche senza di lui, sostituito da Mertens nel migliore dei modi. Lo stesso può succedere alla Juve: i tifosi devono aver fede, e chissà che Caldara…"