commenta
Lunghissima intervista di Massimo Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, concessa ai microfoni di Calciomercato.com, in cui ha svelato un retroscena su Rodrigo Bentancur: “Ricordo un grande classico d’Argentina, ero alla Bombonera e si giocava Boca-River. Lo stadio era una bolgia, pieno in ogni ordine di posto. Guardavo la partita con grandi aspettative ma nessuno mi fece realmente impazzire e rientrai in albergo un po’ deluso a riempire i miei fogli. Il giorno dopo mi ripresentai alla Bombonera, questa volta era vuota e si giocava nuovamente Boca-River, ma con i rispettivi settori giovanili. Niente a che vedere con lo spettacolo in tribuna del giorno prima, eppure in campo c’era qualcosa di speciale. Un ragazzino che dominava il centrocampo con una personalità che si distingueva. Faceva sembrare tutto semplice. A un certo punto la sua squadra rimane in dieci e il tecnico lo abbassa come centrale di difesa. Fa benissimo anche lì. Allora torno in Italia e racconto tutto sia a Mancini che a Piero Ausilio. Gli dico che ne ho visto uno veramente forte, il nome è Rodrigo Bentancur e si può prendere a fronte di un investimento non troppo esoso”. “Ricordo un grande classico d’Argentina, ero alla Bombonera e si giocava Boca-River. Lo stadio era una bolgia, pieno in ogni ordine di posto. Guardavo la partita con grandi aspettative ma nessuno mi fece realmente impazzire e rientrai in albergo un po’ deluso a riempire i miei fogli. Il giorno dopo mi ripresentai alla Bombonera, questa volta era vuota e si giocava nuovamente Boca-River, ma con i rispettivi settori giovanili. Niente a che vedere con lo spettacolo in tribuna del giorno prima, eppure in campo c’era qualcosa di speciale. Un ragazzino che dominava il centrocampo con una personalità che si distingueva. Faceva sembrare tutto semplice. A un certo punto la sua squadra rimane in dieci e il tecnico lo abbassa come centrale di difesa. Fa benissimo anche lì. Allora torno in Italia e racconto tutto sia a Mancini che a Piero Ausilio. Gli dico che ne ho visto uno veramente forte, il nome è Rodrigo Bentancur e si può prendere a fronte di un investimento non troppo esoso. Per la società era un momento complicatissimo. Nel pieno dell’era Thohir e della stretta fortissima del fair play finanziario. Anche piccoli investimenti sembravano montagne da scalare. Da quella partita in verità tornai con due segnalazioni, l’altro calciatore era Palacios, di cui sentirete parlare sempre di più”.

SU RAKITIC – “Vi svelo una cosa mai detta a nessuno. Quando lavoravo per il Milan andai a Barcellona, ai tempi Rakitic stava parlando di rinnovo con Il suo club e io volevo capire se avesse intenzione di valutare anche altre piste. Arrivammo a casa sua in auto e dal garage prendemmo un ascensore che ci portò all’appartamento. Era entusiasta, mi disse che se non avesse proseguito col Barcellona avrebbe seriamente preso in considerazione il nostro progetto. Quel dialogo mi segnò, avevo di fronte un campione che in testa non aveva altro che il calcio. Indirizzava ogni singola scelta quotidiana alla sua carriera, dal cibo al riposo, dal tempo libero agli allenamenti. Un uomo e un calciatore pazzesco”.