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Dov'eravamo rimasti nella scorsa puntata? Ah sì, Jocelyn Blanchard. Bene, nel 1999 la Juventus rispedisce in Francia lui e Thierry Henry, e lavora approfonditamente sulle ali. E sui prodotti nostrani. Arriva un futuro grande campione come Gianluca Zambrotta, ma non solo: Luciano Moggi punta anche sul livornese Jonathan Bachini, 24 anni, pedina fondamentale di una spumeggiante Udinese, con all'attivo due reti contro la Juve (entrambi in gare finite in parità, tra cui quella dell'infortunio al ginocchio di Del Piero nel novembre '98) e pure due presenze in azzurro. La Juve versa nelle casse del club friulano circa 15 miliardi di vecchie lire, incoraggiata anche dal parere positivo sul giocatore di Franco Causio, all'epoca team manager dell'Udinese.

BUON INIZIO - L'avventura di questo nuovo acquisto non inizia male: a luglio e agosto è tra i protagonisti della vittoriosa Coppa Intertoto (unico suo trofeo in carriera). Nella finale contro il Rennes, giocata al Manuzzi di Cesena (stesso stadio dove la Juve di Pirlo ha battuto lo Spezia) Bachini serve a Inzaghi un cross da sinistra che SuperPippo trasforma in gol con un perfetto terzo tempo. Un assist decisivo, peraltro con il mancino, suo "piede debole".

NON VA - Poi però il gioco si fa serio, e in campionato il nostro Jonathan mastica tanta, tantissima panchina, quando non tribuna. Ancelotti lo vede come un rincalzo per la Serie A, e dopo un po' nemmeno quello. Lo fa giocare però con regolarità in Coppa Uefa e Coppa Italia. Per restar fedeli al tema cardine di questa rubrica, Bachini è in campo quando Esnaider segna gli unici due gol juventini.

ANALISI - Stiamo parlando di un esterno completo, instancabile e duttile (agisce su entrambe le corsie) ma non abbastanza forte, soprattutto mentalmente, per far concorrenza ai veterani bianconeri e al più talentuoso Zambrotta. Termina la stagione 1999-2000 con 20 presenze ufficiali, di cui appena 6 in campionato e non sempre dal 1'. Non riesce insomma a diventare il "Di Livio del Duemila", come da dichiarazione di Bachini stesso al suo arrivo alla Juve. Tuttavia le qualità sopra citate gli valgono la conferma da comprimario per l'annata successiva.

NAUFRAGIO - Smaltita la delusione... piovosa di Perugia, c'è da lavorare sodo durante l'estate e lanciare l'assalto allo scudetto. Un assalto a cui però Bachini partecipa solo a metà. Dopo 7 apparizioni in Serie A (di cui però 4 concentrate nelle prime 4 giornate), solo 2 in Coppa Italia perché i bianconeri escono subito contro il Brescia sotto i colpi di Hubner, e dopo la soddisfazione dell'esordio in Champions League, in cui subentra per 3 volte nella fase a gironi, nel gennaio 2001 la Juve lo gira in prestito proprio al Brescia, dove riacquista fiducia e condivide lo spogliatoio con un giocatore del calibro di Roby Baggio.

COSA È SUCCESSO - Ma non è stata la Triade a mandar via Bachini come esubero, bensì è stato lui stesso a chiedere di cambiare aria, desideroso di tornare a giocare da titolare. Una scelta di cui - per sua stessa ammissione - si pentirà. Così come, qualche anno dopo, si dovrà pentire di ben altro errore: doppia squalifica per cocaina, con radiazione a vita dal mondo del calcio nel 2006. Oggi, folta barba e cassetto pieno di ricordi, lavora come operaio al porto della sua Livorno. Ma spera un giorno di essere riabilitato dalle autorità sportive e poter allenare.

GRAN FINALE - Jonathan conserva un ottimo ricordo della Juventus: "Mi sono trovato benissimo da un punto di vista umano - ha dichiarato nel 2019 alla Gazzetta dello Sport - Zizou era senza dubbio il più forte di tutti. Quando sbagliavi un passaggio, si girava e ti diceva 'tranquillo, è colpa mia". E se sul campo il suo apporto non fu dei più proficui, contribuì in un certo senso a far tornare ai vertici la Vecchia Signora: nel 2001, terminato il prestito al Brescia, Moggi utilizzò il suo cartellino (valutato addirittura 30 miliardi di lire) come carta vincente per convincere il Parma a cedere alla Juve il suo portiere... Ebbene sì, Gigi Buffon arrivò alla Juve per una vagonata di miliardi più Bachini! (a tal proposito rileggete la nostra intervista all'ex ds bianconero)