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Tra le immagini che costellano la parete dei miei ricordi d'infanzia, c'è anche un poster a campo largo ricco di strisce verticali bianche e nere. Era una foto di squadra. Quelle foto complete di tutta la rosa, con giocatori e staff disposti su tre piani. Quel poster era la foto ufficiale della Juventus 2001-2002, quella che avrebbe conquistato lo scudetto in un incredibile 5 maggio. Insieme ai vari Del Piero, Trezeguet, Buffon Nedved... c'era un nome che un po' stonava in quel pantheon: Athirson.

CONTESTO - Non era un nuovo acquisto. Anzi, era stato acquistato già nel 2000, ma problemi legati al transfer internazionale dal Flamengo lo avevano fatto approdare a Torino l'anno successivo. Sì, dal Flamengo, perché lui si chiama Athirson Mazzoli de Oliveira, è brasiliano e grazie alle sue prestazioni nel club di Rio de Janeiro si è guadagnato pure la nazionale verdeoro. Come la maggior parte dei suoi connazionali, si fa chiamare solo col nome. E come un brasiliano in particolare, Roberto Carlos, gioca come terzino sinistro.

PARAGONE - Roberto Carlos non era certo l'unico terzino sinistro brasiliano al mondo, ma sicuramente è stato uno dei più forti di sempre. E in quegli anni era un autentico giocatore di culto. Inevitabilmente chiunque del suo stesso ruolo si affacciasse nel grande calcio era gravato dello scomodo confronto con lui. Tra questi pure Athirson, che in effetti avrebbe percorso le orme di Roberto Carlos, ma solo quelle dell'esperienza, non proprio esaltante, che quest'ultimo aveva vissuto in Italia (sponda Inter)...

ARRIVO - Superate le peripezie burocratiche, dicevamo, Athirson arriva alla Juventus nel girone di ritorno del campionato 2000-2001. A segnalarlo a Luciano Moggi è stato una leggenda bianconera come Omar Sivori. Oltre che per le doti tecniche è apprezzato per quelle caratteriali: la sua loquacità gli vale il soprannome di Pappagallo. La formazione di mister Ancelotti, reduce dal drammatico scudetto perso a Perugia a beneficio della Lazio, sta lottando ora contro l'altra squadra della capitale, la Roma.

DEBUTTO - Alla presentazione, in inverno, il già 24enne Athirson dribbla il paragone con Roberto Carlos e si paragona un po' più modestamente a Serginho del Milan. Ma anche questo accostamento si rivelerà azzardato. Per farlo esordire, Ancelotti aspetta la primavera, per la precisione il 1 aprile. E in effetti quel debutto ha tutta l'aria di un pesce d'Aprile: entra in campo al Delle Alpi con la Juve in vantaggio 1-0 sul Brescia, giusto il tempo di vedere Andrea Pirlo (proprio lui!) lanciare meravigliosamente Roberto Baggio, che altrettanto meravigliosamente "stende" Van der Sar con un magico stop a seguire e deposita nella rete sguarnita l'1-1.

FATALE - Col senno di poi, in quel pomeriggio torinese sfumano i sogni scudetto della Juve ancelottiana. Non sfumano però i sogni bianconeri di Athirson, che deve ancora mettere in mostra le proprie qualità e a fine mese ha la chance da titolare. Il palcoscenico è sempre il Delle Alpi, l'avversario stavolta è il Lecce. Tutto sembra andar bene e Tudor porta in vantaggio i bianconeri al 40'. Ma un minuto dopo, sul fronte opposto, su un cross dalla sinistra, Athirson viene bruciato sul tempo da Conticchio: 1-1 e all'intervallo Ancelotti toglie il brasiliano per inserire Brighi.

RESTO - Da lì a fine campionato saranno altre tre le presenze juventine di Athirson, tutte coincise con vittorie purtroppo ininfluenti per poter sperare di recuperare l'imprendibile Roma di Capello e Totti: gioca gli ultimi 25 minuti sul campo della Fiorentina, rimediando la sua prima e unica ammonizione in Serie A; parte dal 1' contro il Perugia e, pur senza sfigurare, viene sostituito ancora da Brighi nel finale; infine Ancelotti gli regala gli ultimi 20 minuti dell'ultima di campionato contro l'Atalanta.

PORTE CHIUSE - L'estate del 2001 porta una piccola rivoluzione in casa Juve. Via Ancelotti, torna Marcello Lippi. Via Zidane e Inzaghi, arrivano Buffon, Thuram e Nedved. In tutto questo rimpasto, Athirson spera di potersi giocare delle chance in concorrenza con Paramatti e Pessotto. Ma a mettere la pietra tombale sulle sue speranze ci pensa Lippi, che arretra a terzino Zambrotta e considera fuori rosa il brasiliano, le cui uniche presenze in Italia rimarranno per sempre quelle 5 tra aprile e giugno 2001. Nessuna delle quali durata una partita intera.

FINE - A gennaio 2002 Athirson torna al Flamengo (niente 5 maggio per lui, quindi) anche se la Juventus troverà l'accordo per la rescissione del contratto solo nell'ottobre 2003. Un giocatore complicato da acquistare e complicato da cedere. Tranne due parentesi al Cska Mosca e al Bayer Leverkusen, il Pappagallo carioca avrebbe... volato in patria per il resto della carriera.

RETROSCENA - Cos'è andato storto nell'esperienza bianconera di Athirson? Molto probabilmente non era semplicemente adeguato per un calcio di così alto livello. Ma c'è una piccola attenuante: l'inizio della sua esperienza a Torino fu condizionato dalla dengue, una malattia tropicale che lo debilitò nelle prime settimane del suo soggiorno in Italia. Quanto abbia davvero influito, non lo sapremo mai.