Proviamo ad affrontare la prima valutazione: mercato stellare. Secondo questa ipotesi, la Juve ha comprato fior di campioni, quali Ramsey, Rabiot e De Ligt, ha venduto un campione difensivamente “poco affidabile” come Cancelo, acquistato un giocatore forte come Demiral. Spinazzola, benché autore di ottime prestazioni, è stato ceduto poiché non avrebbe dato sufficienti garanzie dal punto di vista fisico. L’ arrivo di Danilo è sub iudice non avendogiocato per metà stagione nel prestigioso City di cui ha fatto parte. Questo il bicchiere mezzo pieno. Quello mezzo vuoto pone una serie di domande.
Siamo sicuri che Ramsey sia un giocatore integro oppure si confermano i dati di una sua effettiva fragilità? Rabiot, al di là della mamma virago, non è stato fermo forse un anno? Bastano le credenziali di Buffon, che, nel suo caso, parla d’un campione? C’è una ragione se i giocatori arrivano a parametro zero? De Ligt è già un campione o lo sarà? E quanto tempo impiegherà ad adattarsi a difendere in maniera assai più tattica, con compagni non proprio fulmini di guerra (vedi De Sciglio )?
L’ipotesi fallimentare, recita invece, lo spinoso rosario degli esuberi, dei rifiuti di giocatori ad essere ceduti e del tempo che non gioca a favore. Vicino alle scadenze, infatti, partono i saldi perché sono gli acquirenti ad avere il potere contrattuale se capiscono che qualcuno è costretto a vendere. La mancata cessione di Rugani insegna anche che non si può tirare troppo la corda. La risposta non si fa attendere. Esuberi? Non esistono, c’è solo una maggior scelta di giocatori, una rosa più ampia e, poi, il mercato non è finito. Inoltre, aggiungiamo il fattore Sarri, vera e propria rivoluzione.
Chi scrive pensa che, in questa Juve, si sia fatta un po’ di confusione e che i nodi siano venuti al pettine precipitosamente, in presenza anche di cogenti necessità di bilancio. Ci vorrà molta pazienza affinché dall’ entusiasmo iniziale non si precipiti nella più cupa disillusione.