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Eccoli lì, di nuovo insieme. Maurizio e Gonzalo, padre e figlio. Prima Napoli, poi Londra e ora a Torino. Higuain poteva lasciare la Juve in estate, era stato messo alla porta ma ha voltato le spalle proprio alla Roma che affronterà domani all'Olimpico. Il Pipita ha lottato giorno dopo giorno a testa bassa per rimanere in bianconero. Voleva dimostrare quanto valeva: fatto. Zero dubbi, oggi. La parola chiave della stagione del Pipita è "riscatto", che in campo si traduce con 7 gol e 6 assist tra campionato e coppe da inizio stagione.

SORRIDERE, SEMPRE - Una rinascita che passa anche dal lavoro - fisico e psicologico - che ha fatto Sarri su di lui. L'ha motivato e l'ha cambiato. Attaccante sì, ma con caratteristiche diverse: "Higuain ci risolve il vuoto che rimane in area di rigore con Ronaldo che parte decentrato e Dybala che viene incontro al pallone e gioca lontano dall'area" (QUI la conferenza completa). Gonzalo no, lui in mezzo all'area si sente a casa. E anche quando entra a partita in corso fa la differenza: 2 gol e un assist da subentrato. Il sorriso non lo perde nemmeno quando si siede in panchina. Mai una parola fuori posto, zero occhiatacce all'allenatore. Il gruppo, prima di tutto. Sarri lo sta alternando a Dybala mettendoli tutti e due insieme con Ronaldo quando decide di calare il tridenteIl Pipita è rinato e ringrazia, lì davanti ci pensa lui a mettere ordine.