ORGOGLIO GALLESE - “Come vivo questo trasferimento? Con orgoglio. Andate in Galles a chiedere a un passante per quale squadra italiana tifi. Vi dirà Juve perché mio padre ha lasciato un segno indelebile. Negli anni Ottanta a Torino è stato il turno di Ian Rush, adesso è la volta di Ramsey: un grandissimo centrocampista, un colpo eccezionale”.
PERFETTO PER LA JUVE - “Sa fare tutto, quindi è perfetto per una squadra come la Juve, orma nell’élite europea. Io direi che è, principalmente, un giocatore solido: pensa tanto e controlla il gioco, segna e si inserisce pure”.
RIMPIANTO ARSENAL - “I Gunners sono un club importante per la mia famiglia: una volta mio padre e lo zio Mel, che giocava proprio all’Arsenal, si sfidarono in un’amichevole. Ora la squadra vive un momento di transizione: finita l’era Wenger, gli uomini legati al vecchio allenatore cercano nuove avventure. Così per Ramsey si apre questa opportunità. È un lottatore, ha tanto orgoglio gallese, che non è tanto diverso da quello italiano”.
SUI RAPPORTI CON LA JUVE - “Ottimi, ci hanno invitato a vedere la finale di Cardiff del 2017 e, purtroppo, non è andata bene. L’arma che ci ha ferito quel giorno, però, adesso è alla Juve: Cristiano Ronaldo deve essere un motivo in più perché Ramsey vada a Torino. CR7 ha una cosa importante in comune con mio padre: il gol!”.
SU DYBALA COME SIVORI - “Avrei voluto vederlo di più al Mondiale, ma sembra un bravissimo ragazzo. Omar in campo era diverso: se l’arbitro non guardava, era capace di qualunque cosa”.