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Il calcio italiano è in pieno caos: tamponi, Asl, ricorsi... il Covid condiziona anche l'Italia del pallone, che nonostante tutto va avanti tra mille difficoltà. La Juve di Pirlo continua il suo percorso di crescita e prepara la gara di sabato prossimo dopo l'1-1 contro la Lazio, che non aveva a disposizione Leiva, Strakosha e Immobile perché positivi al Covid. Anzi, in un laboratorio i loro test erano risultati positivi e in un altro negativi. Per questo episodio è in corso un'indagine della Procura Federale, intanto a fare il punto della situazione è Gianni Nanni, medico del Bologna e punto di riferimento per il CTS sulla Serie A: "Ci sono delle regole da rispettare, punto e basta - ha detto nella nostra intervista - Se si esce dai binari si rischia di deragliare. Non so se sia successo, ma se si sta alle regole e si rispettano seguendo i protocolli scritti non ci sarebbe nulla da decidere".

Com'è possibile che i tamponi effettuati agli stessi giocatori risultino positivi in un laboratorio e negativi in un altro?
"Sono sinero, è una cosa inspiegabile. Quando c'è un positivo, bisogna denunciarlo all'ASL e solo in un successivo momento, poi, si possono fare valutazioni insieme a loro. Solitamente ci sono dei documenti scritti quando si fanno queste cose, quindi da qualche parte devono uscire fuori".

C'è chi dice che la soluzione migliore per evitare altri casi simili è quella di far fare tutti i test in un unico laboratorio. E' d'accordo?
"Sicuramente sì. E' una cosa scritta nel protocollo ed è stata chiesta da tempo. Anche se si decide di fare tamponi in laboratori diversi, l'importante è che ci sia un'autorità che controlli, verifichi e dia la certificazione che tutto sia fatto in regola. Ci vuole un'autorità Covid per evitare situazioni scomode".

In Italia continuano ad aumentare i casi di Covid, in Serie A ci sono squadre decimate dal virus. Il campionato è a rischio?
"In questo momento non credo proprio che si rischi lo stop, non sarebbe l'atteggiamento corretto. Le squadre decimate sono poche, i veri focolai sono tre o quattro tra Serie A, B e C. Io credo che se si sta attenti alle regole e si seguono i protocolli non ci sono ragioni per interrompere i campionati".

Pochi giorni fa il ricorso del Napoli è stato respinto confermando lo 0-3 per non essersi presentato a Torino. E' stato giusto non partire secondo lei?
"Se il Napoli ha un documento dell'Asl che ha imposto di non partire non avrebbe potuto fare altro, altrimenti sarebbe diventato un reato penale. Piuttosto, bisogna chiedersi perché l'Asl ha bloccato la squadra solo per due positivi".

Qualcuno ha anche proposto di mettere tutti i giocatori in un'unica bolla, può essere una soluzione?
"Non credo proprio, a mio parere è impossibile. Potrei sbagliarmi, ma non mi sembra fattibile creare una bolla così grande e importante".

Come si è comportato il mondo del calcio in questo momento d'emergenza?
"Lasciando stare tutti i casi più acclamati, io credo che quello che ha fatto il calcio non sia stato un cattivo lavoro. Sono riusciti a continuare senza particolari problemi un'attività a rischio dove i contatti sono inevitabili, completando un campionato e portando avanti quello in corso, con difficoltà evidenti. Faccio i complimenti ai miei colleghi che hanno lavorato egregiamente".