commenta
Il mercato ha modi e tempi misteriosi. Strategie, idee, piani d'azione, che possono cambiare in un attimo. Piccoli dettagli, un rifiuto al momento sbagliato, una circostanza che fa crollare un castello faticosamente eretto nel tempo. La Juve quest'estate non aveva dubbi: arriva Sarri, basta con Matuidi, centrocampista targato Allegri, e ancor di più Khedira. Si cambia, i due pretoriani via. O meglio, questa era l'intenzione.

INVENDUTI - Fabio Paratici aveva attaccato due cartellini, con rispettivo prezzo, su entrambi i mediani. Il CFO bianconero ha provato a venderli, certo non regalarli. Khedira è stato vicino, ad un passo, dalla Turchia. Ma Sami non è mai stato realmente convinto. Voleva restare, così come Matuidi. Ma la Juve, dopo aver preso Rabiot e Ramsey, aveva necessità di sfoltire in un reparto fin troppo ricco. Per questo Paratici ha atteso, senza mai forzare la mano, che i due si convincessero ad andare. Poi, però, qualcosa è cambiato.

INSOSTITUIBILI - Maurizio Sarri ci ha messo un po' a scoprire doti e qualità, anche quelle più nascoste, dei due centrocampisti. Meno con Matuidi, che già durante l'estate ha convinto, di più con il tedesco. Ma, alla fine, non ha avuto dubbi, affidandosi totalmente alla qualità abbinata alla quantità dei due. Titolari, fissi, inamovibili, nella nuova Juve targata Sarri. Il francese a dir poco essenziale, grazie anche ad una duttilità unica: nel momento della necessità, è stato anche schierato come terzino sinistro. Poi, appena possibile, di nuovo in mediana, a coprire le spalle a Cristiano Ronaldo. Inserimenti, corsa, tempi di gioco e tutte le doti che negli anni gli sono valse un posto al PSG prima e alla Juve poi. Stessa cosa dicasi per Khedira, il cui rendimento ha costretto Sarri a relegare in panchina il connazionale Emre Can, escluso anche dalla lista Champions. Paratici non è riuscito a venderli, Sarri lo ha salvato, facendo di Matuidi e Khedira due insostituibili della sua Juve.