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Gigi Mastrangelo è intervenuto ad Aperitivo Bianconero. Ecco la nostra chiacchierata con lui. 

Gigi, come nasce la passione per la Juve?
In famiglia siamo tutti juventini, la fede mi è stata trasmessa da papà, più juventino da me. Da piccolo guardavo le partite con lui, poi come fai a non innamorarti di quei colori. Sto trasmettendo questa fede. Una volta che ti entra nel sangue, non puoi. 

Il momento più bello legato alla Juve?
Quel recupero in Champions con i tre gol di Cristiano Ronaldo all'Atletico. Quella partita lì mi sono emozionato, non era mai successo prima. Era una grande squadra, lì si vedono: tutto è quasi perso, ma c'è la possibilità di rimetterti in gioco. La Juve lo dimostrò. 

E una partita da protagonista?
Contro il Giappone. Qualificazione olimpica. Ci qualificava a Pechino, nel 2008. Eravamo 24-19 per il Giappone, un punto e saremmo stati fuori. Uscì un set storico, oggi si trova ovunque. Grande rimonta, riuscimmo a recuperarli e vincere con 30 punti. 

Quattro Olimpiadi. Tre medaglie. Come si vive quest'esperienza? Il fatto che il calcio sia in forma minore aiuta gli altri sport a emergere?
Il calcio non oscurerebbe nulla. E le Olimpiadi sono il massimo, e mi spiace che il calcio non sia al massimo lì, mentre lo è il Mondiale. A Rio, anche nell'ultima a Londra, è stato bello vedere giocatori importanti vivere quella manifestazione lì come nessun'altra. Ho visto Neymar, per loro quel momento fu importante. Ho avuto la fortuna di viverne 4, se posso augurare a un atleta una cosa bellissima, augurerei di fare un'Olimpiade.

Il o rapporto con il calcio? 
Ci ho giocato. Poi ho iniziato a essere troppo lato. Nel '91 sembravo troppo alto... oggi si vedono anche giocatori più alti. Negli ambienti calcistici, io sono pugliese, mi prendevano in giro, dovevo cambiare sport. Giocavo stopper perché forse stavo meglio dietro, nei calci d'angolo le prendevo tutte. Cambiai sport così, c'è una squadra nel mio paese che mi si mise dietro: 'Prova, magari poi ti piace'. Ci fu un periodo di prova in uno sport che ritenevo per le femminucce. Fui anche fortunato, mi si mise dietro un allenatore che ci credeva più di me. A parte il discorso fisico, vedeva il pallavolista perfetto. Arrivando dal calcio, avevo formato la coordinazione per fare qualsiasi sport. E' stata la mia fortuna. Io perdevo la pazienza tante volte, avendone poca spesso e volentieri me ne andavo dalla palestra. Mi venivo a recuperare a casa, e lo ringrazio ancora oggi. 

Così nasce la storia col volley.
Mi entrava nel sangue sempre di più, arrivavo per primo. L'esordio? Feci subito con la maglia azzurra, con la nazionale pre juniores. Avevo fatto una Serie B e una Serie C1. Dopo aver messo piede in campo in B, giocai tutta la Serie B titolare. Dopo un solo anno. Arrivai subito in Nazionale, poi A2 e A1. Da lì inizi a fare un vero percorso, capisci che quello è la tua vita e che vivrai di quello. La dedizione cambia. 








Con qualche giocatore hai stretto rapporti...
Mi sarebbe piaciuto fare una foto con Ronaldo, ma ha troppa gente attorno. Non è bello. Buffon? Mi viene lui a salutare, anche Marchisio... Loro apprezzano questo e hanno stima verso le eccellenze degli altri sport. Non è bello che uno come lui, un esempio per tanti ragazzini e per tanti meno giovani, un comportamento del genere. Poi anche gli sponsor: gli puoi dedicare 5 minuti? Questa è una cosa in cui la Juve viene a mancare... Dovrebbe avvicinarsi di più, è grazie ai tifosi che si fanno i campionati. Lo sport senza tifosi è nulla. 

Chi è il CR7 della pallavolo? 
Osmany Juantorena. Quando giocavo, ero io. Lui vince tanto nel club in cui gioca, ha vinto tante Champions. Se devo vedere il numero di CL vinte nel volley, penso a lui. Come personaggio italiano, Zaytsev: capitano della nazionale ed è forte come personaggio. 

E la Juve della pallavolo? 
Il Macerata. La Lube. Il club dove gioca Juantorena. Hanno fatto il triplete l'anno scorso, vincono tutto. In Italia c'è stata una generazione di fenomeni ancora oggi molto popolare, grazie alla Rai che in quell'anno dava il campionato ogni sabato pomeriggio. Anche la nostra. Noi perdemmo il Mondiale col Brasile, ma vincemmo l'Europeo con degli ascolti pazzeschi e 15mila persone nel palazzetto. Vincemmo con la Russia, 3-2. Dopo quell'anno lì, la Nazionale è rimasta nel cuore di tanta gente. 

Che giocatore prenderesti per migliorare la Juve?
Dipende. Forse un centrocampista. La Juve ha due squadre, una titolare e un'altra in panchina. Ne ha tanti forti, in questo momento poi non so se può migliorare. Prenderei Marcelo. E basta. In difesa abbiamo patito perché è mancato Chiellini, De Ligt ha ingranato ma è ancora molto giovane. Avrà bisogno di tempo. 

Il muro della Juve?
Chiellini-Bonucci. Ancora. De Ligt deve ancora imparare, per me la BBC resterà unica. Barzagli adesso insegna!

Idolo bianconero a cui ti sei ispirato?
Ho avuto il 10 nella Lube, ma la maglia numero 1 è quella che ho indossato di più. A parte quell'azzurra che ce l'ho cucita addosso. Forse mi sono ispirato a Buffon, mi sono rivisto in lui. Anche con Del Piero scambio qualche messaggio su Instagram. A me dispiace che non sia alla Juve, per me ancora oggi è la Juve e deve stare nella dirigenza. 

A proposito di ritorni. Vedi un ruolo per Del Piero in futuro?
Vorrei vederlo a tutti i costi. Insieme a Buffon sono i giocatori che hanno più Juve addosso, i più rappresentativi. Anche se Alex è lontano da quei colori da anni, è e resterà per sempre juventino. Parli di Juve e pensi a Del Piero. Vado spesso in tribuna Agnelli a vedere le partite, mi piacerebbe ritrovarlo lì in futuro. 

Sogni di fare l'attore, è vero?
Ho fatto due o tre parti per cinema e televisione. In questi anni, essendo il cinema italiano formato da attori non altissimi, televisivamente non era bello. Io sono 2.02 metri, in tanti non accettano di recitare con me perché perderebbero la loro figura. Ci sarebbe più attenzione verso di loro che verso di me. Il cinema americano è diverso: più sei fisicato, più lavori. In Italia non è così, forse perché sono piccoli... Secondo me ora manca una serie legata ai supereroi italiani. Come fa la Marvel: si può creare in Italia e mi piacerebbe interpretare uno di questi. In un film ho fatto anche lo sniper, ruoli comunque imponenti. 

Quella volta con Bonolis a Ciao Darwin?
Lui è un grande interista, ma anche un grande appassionato di pallavolo. Parla sempre dell'Inter, e ci siamo anche beccati a Ciao Darwin. Il 18 aprile ci sarà la mia in tv, tra l'altro. Juve-Inter è il derby d'Italia, sempre lo sarà. Portò il figlio a Italia-Brasile e ricordo le urla d'incitamento del figlio, a mezzo metro da noi. Gli diedi il cinque durante il timeout! 

Ultima: che ruolo vorresti alla Juve?
C'è una mia gigantografia nel Museum con il Pallone d'Oro del miglior muro. C'è un'ala dedicata a tutte le eccellenze degli altri sport, ma juventini. Invito tutti a visitarla. La Juve è una grande famiglia. Uomo immagine? Forse quello, ma ne hanno talmente tanti. Devono solo scegliere.