Ilbianconero.com

  • Redazione Calciomercato
    Massimo Zampini: ‘Locatelli capitano e juventino vero. È il simbolo della stagione’

    Massimo Zampini: ‘Locatelli capitano e juventino vero. È il simbolo della stagione’

    • Massimo Zampini
      Massimo Zampini
    Anche l’ultima partita, l’ultima sofferenza, l’ultima agonia, l’ultima vittoria racconta in 90 minuti l’intera stagione della Juve.
     
     In campo le giocate e le reti di Kolo Muani e Yildiz, che nel girone di ritorno hanno tenuto la squadra nei primi quattro posti; il carattere di Thuram, che negli ultimi minuti, senza energie, recupera, contrasta, riparte, va sulla bandierina, fa passare il tempo e ci porta sani e salvi al fischio finale; le parate decisive di Di Gregorio, accolto con scetticismo ingiustificato perché non è certo colpa sua se Buffon era un mostro e Szczesny un grande portiere a fine carriera; gli spunti di Conceicao, tra i pochi momenti divertenti e imprevedibile di un anno in cui ci siamo divertiti troppo poco; gli errori di distrazione, l’incapacità di mantenere un vantaggio e di gestire un risultato, il riuscire a subire il 2-2, rischiare di andare sotto e ritrovarsi di nuovo nella nostra area piccola appena abbiamo realizzato il terzo gol, perché tanto questa Juve non chiude mai una partita.


     
    Soprattutto, il carattere di Locatelli, fischiato, criticato e invece centrocampista di valore, capace di scalare tra i difensori, sempre pronto a dare tutto e capitano vero, perché c’era un momento di dimostrarlo e lui, juventino vero, lo ha fatto andando a prendere quel pallone, metterlo sotto il sette e correre tra i suoi compagni di tifo comprendendo l’ansia e la tensione di tutti noi: anche qui, non è colpa sua se i più quotati, i più pagati, i più attesi non hanno reso quanto lui e quel posto alla fine non glielo levano mai.
     
    E allora fregatene dei fischi, metti quel pallone sul dischetto senza paura e corri, Manuel, corri felice verso la tua curva, perché tu sai cosa voglia dire essere della Juve.
     
    Gli infortuni che non finiscono mai, mille assenti anche all’ultima, difesa totalmente inventata, giocatori a pezzi durante la partita, diversi con i crampi nello stesso istante; sia chiaro, allora: puoi prendere Conte o chi vuoi tu, ma se arrivi in emergenza totale ogni volta nel momento chiave della stagione, puoi scordarti di lottare fino in fondo per tornare a vincere.
     
     L’ultimo dei problemi dopo una stagione così, quello dei nostri giocatori ammoniti subito, gli avversari no, non protesta nessuno e chi lo fa, come Tudor, viene subito sanzionato. Quello già ammonito che dà una manata tale da far sanguinare Nico ma niente, si va avanti, cambiamo il nostro giocatore insanguinato e via. Ora, senza azzardarsi a fare divenire un alibi queste vicende quando fatichiamo terribilmente a battere il Venezia, sta a noi tornare al più presto a trasmettere carisma, voglia, cattiveria, perché se Barella dice all’arbitro che si sta giocando la vita quando ha una finale di Champions da giocare a breve, i nostri dovrebbero capire che si stanno giocando molto di più, visto che sono usciti da ogni competizione ormai da mesi e non rimane altro che questa modesta lotta per il quarto posto. Siamo noi a giocarci la vita, ben più di altri, eppure spesso non si vede.
     
     
    Novanta minuti che riproducono un intero anno davvero troppo faticoso, con il simbolo della stagione che passa trionfalmente dalla punizione di Veiga all’Olimpico al rigore di Locatelli a Venezia e potremmo pure finirla qui, esausti ma soddisfatti per il finale.
     
     
    L’imbarazzante contesto del racconto del calcio da queste parti, però, non ce lo permette perché poi tocca commentare le miserie lette e sentite sul serio e bravissimo Nicolussi Caviglia, ci ricordiamo che basta un umile e sofferto quarto posto per riassaporare quei veleni dei tempi d’oro e se neanche tutto questo ti fa venire voglia di tornare al tuo posto sopra tutte le altre, cara Juve, allora non rinasceremo davvero mai.
     

    Commenti

    (5)

    Altre Notizie