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La centrocampista della Juventus Women Martina Rosucci ha parlato ai microfoni di Radio Tv Serie A. Queste le sue parole: 


MARTINA ROSUCCI A RADIO SERIE A, LE PAROLE


COME STA- "Bene, sono emozionata, non avevo mai fatto un intervento in radio, sono curiosa".

LAUREA- "Ho raggiunto questo fantastico risultato con questa votazione inaspettata, non me la aspettavo. Quando mi hanno detto 108 ho pensato che significasse qualcosa, che volesse darmi un segnale in questo anno molto difficile. Raggiungere questo obiettivo è stato importante, quando mi sono infortunata mi sono detta che volevo mettermi sotto pressione perchè non avevo la gara che mi dava quel adrenalina, non avevo finito l'università e quindi ho scelto di buttarmi su quello. Poi il 108 è come a dirmi brava ma il tuo obiettivo è tornare in campo. Mi ha fatto sorridere".

MARCHISIO- "Claudio è speciale, glielo dico sempre, è stato il mio ispiratore a livello calcistico, giochiamo nello stesso ruolo e mi sono ispirata a lui. Insieme a Del Piero ha rappresentato juventinità. Ha un livello superiore e lo dimostra quotidianamente, riesce sempre a starci vicino". 

INFORTUNIO- "Purtroppo è il terzo infortunio grave, ci tengo a dirlo perchè è atipico. Io ho una gratitudine smisurata verso la Juventus. Il giorno dopo che mi sono fatta male il direttore Braghin mi ha chiamata per dirmi che mi avrebbe rinnovato il contratto. Questo per me è quando le parole diventano fatti, sicuramente per me è una riconoscenza e rivela la signoria della Juventus. L'infortunio purtroppo è arrivato forse in uno dei momenti più positivi della mia carriera. Stavo vivendo un cambio di ruolo, anche con la nazionale, era un momento che aspettavo da anni. Non mi sentivo così protagonista da tempo, non in senso egocentrico ma protagonista in ogni momento della gara e riconosciuta un po' da tutti. Questo mi faceva sentire bene".

INIZI- "Ho iniziato al Torino, poi il Brescia ci ha lanciate. Giocavo solo per divertirmi. Non ho avuto la percezione che fosse davvero seria fino a quando non sono arrivata alla Juventus. Prima ero una giocatrice che seguiva l'università, non pensavo di diventare calciatrice e di farne un lavoro. Siamo professioniste da poco. Ogni tanto ho il rimpianto di non essere nata in questi anni ma sono molto orgogliosa di essere stata parte di questa generazione di passaggio e di aver vissuto l'ascesa verso questa conquista. Ora le bambine possono sognare insieme ai genitori, perchè il sogno spesso è più dei genitori, di diventare calciatrici e di vestire la maglia di alcune top club".

GOL AL TORINO- "Ho saputo dopo che avevo segnato il primo gol della Juventus, non me ne ero resa conto. Era una partita come le altre. Quando ho finito la partita mi hanno presa per farmi un'intervista a cui già non ero abituata e mi hanno detto che avevo segnato il primo gol della storia. Lì ho realizzato che stavo giocando nella Juventus, era totalmente diverso da quello che avevo fatto prima".

RAPPORTO CON LA SCONFITTA- "In realtà mi fa amare quello che faccio ogni giorno. Perchè mi sono resa conto che stavo vincendo tante cose anni fa. Ho trovato gruppi speciali perchè campionati e trofei non si vincono a caso, si vincono con giocatrici e allenatori speciali. Mi sono resa conto dopo di quello che stavo vincendo e probabilmente l'ho capito con la sconfitta. La sofferenza avvicina all'amore, provata con gli infortuni e che dopo una serie di vittorie pesa di più. Poi mi sono resa conto tramite la sconfitta che sono proprio innamorata di questo sport".

NAZIONALE- "Ultima partita con la Nazionale, tre giorni prima dell'infortunio. Ero entrata dalla panchina ed avevo salvato un gol sulla linea non so come. Mi sono lanciata. Qualche minuto dopo ho segnato il gol del 2-1 ed era stata una gioia immensa. Arrivavamo da una serie di non vittorie, era stata una liberazione ed aveva avuto un valore particolare. Poi mi è venuto in mente l'esordio all'EUropeo, avevo giocato Italia-Svezia in Svezia. Mi sono guardata attorno al triplice fischio ed era tutto completamente giallo invaso da tifosi svedesi, per novanta minuti non mi ero accorta di nulla". 

DA PICCOLA- "Mi cambiavo nello spogliatoio degli arbitri o a volte facevano cambiare prima me, giocavo con dei gentiluomini. Una volta solo mi hanno tirato la coda per fermarmi, ma l'ho vista come un modo di fermarmi, non come un brutto gesto. Non ho mai avuto il sogno di diventare calciatrice, mi ci sono ritrovata. Volevo fare o la cantante o la maestra, mi ci sono ritrovata. Non so cosa direi alle bambine ma so che hanno un sogno ora che io non avevo. Svegliarsi con un sogno quotidianamente ti spinge a inseguirlo. Se non ti diverti non riesci ad esprimerti, quindi devi sempre divertirti. Loro hanno questo sogno, a differenza mia, direi di fare ogni giorno qualcosa di diverso per riuscire a raggiungere questo sogno".

SOGNI- "Mi ci sono ritrovata. Il mio sogno ora è quello di rientrare con la Juventus e terminare questo calvario che mi sta tenendo lontana dal campo. Sogno di vivere ancora di calcio. Vorrei diventare un'allenatrice, non so come potrei vivere senza il calcio". 

FAMIGLIA- "È nato prima mio fratello, mi ha fatto da cavaliere. Gioco a calcio grazie a lui. La mia famiglia è il senso quotidiano, mi sento fortunata. Mi sostengono ogni giorno, non è stato cosi per tutte le bambine, tante si sono perse per questo motivo. Mia mamma ha rinunciato anche al suo lavoro per portare me e mio fratello a giocare, quindi la ringrazio e ringrazio mio papà".

LEGAMI- "In assoluto la cosa più bella che mi ha regalato il calcio sono amicizie che mi porterò dietro per la vita. Ho imparato come stare al mondo. Cristiana Girelli, Barbara Bonansea e Stefania Zanoletti sono le persone che saranno sempre con me e mi accompagneranno sempre nei momenti più belli. Sara Gama, Valentina Cernoia, sono un bel pezzo della mia vita. Parlando di allenatori tanti mi hanno insegnato qualcosa, sono grata a tutti perchè ciascuno mi ha insegnato qualcosa, se oggi sono questa è grazie agli allenatori, non faccio nomi".

COSA MANCA PER CRESCERE- "Sono stata una delle prime ad avere Instagram e mi prendevano in giro. Quando sono arrivati i social mi dicevo sempre che non ci calcolavano, che non facevano abbastanza per noi. Quando sono nati ho pensato che ogni sabato avrei iniziato a comunicare, a dare informazioni, la curiosità non nasce se non hai l'informazione. Cosi ho iniziato ad usarli e con me altre compagne. Insieme a questo i risultati, prima della Nazionale l'ingresso do società come Fiorentina, Roma, Milan, Juventus e Inter che hanno dato credibilità al movimento. Il Mondiale di Francia in quella domenica di giugno dove Barbara ha deciso di fare quella doppietta contro l'Australia ha risvegliato l'entusiasmo. Tutti stanno facendo tanto ma se penso alla Premier femminile siamo ancora lontani, c'è un discorso di prodotto, dobbiamo diventare più vendibili, questo passa dal campo ma anche da altre cose. Spero che ci sia un progetto che di porta a dare quel poco che ci manca".

QUANTO MANCA AL RIENTRO- "Vorrei poter dire i giorni precisi ma non li so. Sono in un labirinto, il mio ginocchio sta molto bene ma ho dovuto rallentare la riabilitazione per una sorta di pubalgia, sto precedendo ma a dicembre mi ero fermata, sto correndo ma sogno di esordire in questa stagione, manca poco ma spero di farcela".

QUALI COMPAGNE VEDREBBE BENE COME PROFESSORESSE: "Solo Girelli come cabarettista" 
STORIA: Gama
ITALIANO: Rosucci
EDUCAZIONE FISICA: Caruso e Cantore in supporto
MATEMATICA: Bonansea (al ristorante divide lei i conti)
SCIENZE: Cafferata 
LATINO: Boattin che penso non sappia una declinazione (ride ndr)
CALCIO: Girelli